scritto da Nino Maiorino - 15 Gennaio 2018 08:58

La lunga strada per ritrovare fiducia nel sistema bancario e finanziario

foto Angelo Tortorella

Con la direttiva Mifid 2 l’Unione Europea tenta di dare una risposta alla crisi delle banche 

Si parla molto, specialmente sulla stampa specializzata, ma anche su quella divulgativa e sui social, dell’introduzione a livello europeo della direttiva europea chiamata MIFID 2, evoluta rispetto alla precedente denominata Mifid 1.

La direttiva Mifid 2 è stata introdotta a seguito della crisi di tante banche, italiane ed europee, derivanti dall’aver forzato, in buona o in mala fede, le volontà e le aspettative di tanti risparmiatori che, rivoltisi con fiducia alle loro banche, in larga parte sono stati a dir poco turlupinati da spregiudicati consulenti che non hanno avuto troppi scrupoli a consigliare prodotti rivelatisi poi “spazzatura” ed hanno, col il loro comportamento a dir poco scorretto, buttato sul lastrico tanta gente che ha visto azzerati in poco tempo i risparmi anche di una intera vita.

Il caso Banca Etruria, per intenderci, è solo la punta di un iceberg ben più consistente e non solo in Italia.

Anni addietro la UE predispose uno strumento finalizzato a classificare la clientela orientata all’acquisto di prodotti finanziari in maniera che il promotore potesse rendersi conto delle cognizioni specifiche di ciascun risparmiatore su prodotti e strumenti finanziari offerti, anche per classificarlo a livello del rischio che intendeva sopportare per ottenere un maggiore o minore rendimento; minor rendimento equivale a poco rischio, chi vuole un rendimento maggiore deve sopportare un rischio maggiore, purché ne venga messo a conoscenza adeguatamente: questa è la regola che impera oggi nel mercato della finanza.

Per comprendere la direttiva MIFID, “Markets in Financial Instruments Directive – Mercati della direttiva sugli strumenti finanziari”, partiamo proprio dalla traduzione dell’acronimo che già evidenzia il fine della Direttiva n. 2004/39/CE sui Mercati di Strumenti Finanziari, rientrante nel Piano d’azione degli strumenti finanziari (di seguito FSAP, dall’inglese Financial Services Action Plan) adottato dalla Commissione Europea nel maggio 1999.

Il FSAP è un insieme di 42 Direttive finalizzate alla creazione di un mercato europeo dei capitali integrato.

Tra le 42 Direttive contenute nel FSAP, la Direttiva MiFID è certamente quella di maggiore impatto; essa è in vigore dal 1° novembre 2007 e sostituisce la precedente legislazione comunitaria in materia, riguardante i “Servizi di investimento nel settore degli strumenti finanziari” (Investment Services Directive – ISD), entrata in vigore il 10 maggio 1993.

E’ importante soffermarsi sulla finalità di “creare un mercato europeo integrato” che fa comprendere che i Paesi aderenti debbono darsi un unico strumento regolatore dei mercati finanziari, sia per uniformare il loro comportamento sui mercati europei, sia per rivaleggiare con quelli statunitensi per profondità, liquidità e flessibilità.

La direttiva Mifid, pertanto, ha il fine di tutelare gli investitori e salvaguardare l’integrità del mercato, fissando requisiti armonizzati per l’attività degli intermediari autorizzati; nonché promuovere l’equità, la trasparenza, l’efficienza e l’integrazione dei mercati finanziari.

Essa, quindi, è un insieme organico, strutturato e complesso di quesiti in grado di fornire in maniera “indiretta” alla banca la conoscenza del cliente il più possibile attendibile e valida; è pertanto uno strumento di importanza rilevante che viene messo in essere dalle Banche tramite interviste alla clientela, sempre più frastornata dalla complessità della gamma di servizi e strumenti che vengono offerti. La importanza della scrupolosa compilazione del relativo questionario è dimostrata anche dall’obbligo del cliente di sottoscriverlo.

Ma la precedente direttiva, come dimostrato dai fatti accaduti, si è dimostrata deficitaria e l’UE ne ha imposto una più aggiornata finalizzata anche a specificare il profilo professionale di chi deve monitorare la clientela, denominata MIFID 2.

E’ ovvio che se il Promotore finanziario o qualsiasi intermediario non pongono nella propria attività la correttezza professionale e la coscienza dell’importante ruolo che rivestono, tutte le direttive o le regole scritte vengono vanificate; nei casi specifici, che, per brevità, indichiamo tutti quelli che hanno come emblema la Banca Etruria, nessuno scrupolo si sono fatti i vari consulenti, certamente spinti dalle dirigenze e probabilmente invogliati da “lauti” incentivi, nel proporre e vendere strumenti “spazzatura” a umili risparmiatori che di finanza non capivano nulla e che, solo per fiducia, hanno accettato quei vergognosi suggerimenti.

Se anche nel nostro paese si vuole che si riacquisti fiducia nel sistema bancario e finanziario, è necessario che le Banche e gli intermediari finanziari agiscano con molto scrupolo, che nel recente passato è venuto meno, anche per evitare che i risparmiatori continuino a perdere fiducia nel sistema e ricorrano a sistemi di autotutela antidiluviani, come, ad esempio, tenere i propri risparmi sotto la mattonella, cosa che danneggia loro stessi e li espone ad altri rischi, ma che danneggia anche il sistema creditizio del paese in quanto sottrae al mercato risorse che potrebbero venire investite proficuamente per lo sviluppo delle attività imprenditoriali.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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