La lunga strada per ritrovare fiducia nel sistema bancario e finanziario
Con la direttiva Mifid 2 l’Unione Europea tenta di dare una risposta alla crisi delle banche
Si parla molto, specialmente sulla stampa specializzata, ma anche su quella divulgativa e sui social, dell’introduzione a livello europeo della direttiva europea chiamata MIFID 2, evoluta rispetto alla precedente denominata Mifid 1.
La direttiva Mifid 2 è stata introdotta a seguito della crisi di tante banche, italiane ed europee, derivanti dall’aver forzato, in buona o in mala fede, le volontà e le aspettative di tanti risparmiatori che, rivoltisi con fiducia alle loro banche, in larga parte sono stati a dir poco turlupinati da spregiudicati consulenti che non hanno avuto troppi scrupoli a consigliare prodotti rivelatisi poi “spazzatura” ed hanno, col il loro comportamento a dir poco scorretto, buttato sul lastrico tanta gente che ha visto azzerati in poco tempo i risparmi anche di una intera vita.
Il caso Banca Etruria, per intenderci, è solo la punta di un iceberg ben più consistente e non solo in Italia.
Anni addietro la UE predispose uno strumento finalizzato a classificare la clientela orientata all’acquisto di prodotti finanziari in maniera che il promotore potesse rendersi conto delle cognizioni specifiche di ciascun risparmiatore su prodotti e strumenti finanziari offerti, anche per classificarlo a livello del rischio che intendeva sopportare per ottenere un maggiore o minore rendimento; minor rendimento equivale a poco rischio, chi vuole un rendimento maggiore deve sopportare un rischio maggiore, purché ne venga messo a conoscenza adeguatamente: questa è la regola che impera oggi nel mercato della finanza.
Per comprendere la direttiva MIFID, “Markets in Financial Instruments Directive – Mercati della direttiva sugli strumenti finanziari”, partiamo proprio dalla traduzione dell’acronimo che già evidenzia il fine della Direttiva n. 2004/39/CE sui Mercati di Strumenti Finanziari, rientrante nel Piano d’azione degli strumenti finanziari (di seguito FSAP, dall’inglese Financial Services Action Plan) adottato dalla Commissione Europea nel maggio 1999.
Il FSAP è un insieme di 42 Direttive finalizzate alla creazione di un mercato europeo dei capitali integrato.
Tra le 42 Direttive contenute nel FSAP, la Direttiva MiFID è certamente quella di maggiore impatto; essa è in vigore dal 1° novembre 2007 e sostituisce la precedente legislazione comunitaria in materia, riguardante i “Servizi di investimento nel settore degli strumenti finanziari” (Investment Services Directive – ISD), entrata in vigore il 10 maggio 1993.
E’ importante soffermarsi sulla finalità di “creare un mercato europeo integrato” che fa comprendere che i Paesi aderenti debbono darsi un unico strumento regolatore dei mercati finanziari, sia per uniformare il loro comportamento sui mercati europei, sia per rivaleggiare con quelli statunitensi per profondità, liquidità e flessibilità.
La direttiva Mifid, pertanto, ha il fine di tutelare gli investitori e salvaguardare l’integrità del mercato, fissando requisiti armonizzati per l’attività degli intermediari autorizzati; nonché promuovere l’equità, la trasparenza, l’efficienza e l’integrazione dei mercati finanziari.
Essa, quindi, è un insieme organico, strutturato e complesso di quesiti in grado di fornire in maniera “indiretta” alla banca la conoscenza del cliente il più possibile attendibile e valida; è pertanto uno strumento di importanza rilevante che viene messo in essere dalle Banche tramite interviste alla clientela, sempre più frastornata dalla complessità della gamma di servizi e strumenti che vengono offerti. La importanza della scrupolosa compilazione del relativo questionario è dimostrata anche dall’obbligo del cliente di sottoscriverlo.
Ma la precedente direttiva, come dimostrato dai fatti accaduti, si è dimostrata deficitaria e l’UE ne ha imposto una più aggiornata finalizzata anche a specificare il profilo professionale di chi deve monitorare la clientela, denominata MIFID 2.
E’ ovvio che se il Promotore finanziario o qualsiasi intermediario non pongono nella propria attività la correttezza professionale e la coscienza dell’importante ruolo che rivestono, tutte le direttive o le regole scritte vengono vanificate; nei casi specifici, che, per brevità, indichiamo tutti quelli che hanno come emblema la Banca Etruria, nessuno scrupolo si sono fatti i vari consulenti, certamente spinti dalle dirigenze e probabilmente invogliati da “lauti” incentivi, nel proporre e vendere strumenti “spazzatura” a umili risparmiatori che di finanza non capivano nulla e che, solo per fiducia, hanno accettato quei vergognosi suggerimenti.
Se anche nel nostro paese si vuole che si riacquisti fiducia nel sistema bancario e finanziario, è necessario che le Banche e gli intermediari finanziari agiscano con molto scrupolo, che nel recente passato è venuto meno, anche per evitare che i risparmiatori continuino a perdere fiducia nel sistema e ricorrano a sistemi di autotutela antidiluviani, come, ad esempio, tenere i propri risparmi sotto la mattonella, cosa che danneggia loro stessi e li espone ad altri rischi, ma che danneggia anche il sistema creditizio del paese in quanto sottrae al mercato risorse che potrebbero venire investite proficuamente per lo sviluppo delle attività imprenditoriali.