Sono scintille tra il Sindaco Luigi De Magistris e ABC Napoli, che ha sfiduciato l’intero Consilio di Amministrazione di questa società pubblica che gestisce le risorse idriche nel Comune di Napoli e in alcuni Comuni delle provincie di Napoli, Caserta, Benevento e Avellino, erogando l’acqua a circa 1.650.000 utenti e che controlla due società collegate: la Net Service srl (che fornisce sistemi e assistenza alla controllante) e il Consorzio Serino (il cui scopo è il completamento dell’acquedotto del Serino).
ABC Napoli è nata tra il 2011 e 2013, dalla trasformazione dell’ ex ARIN spa, società che effettuava lo stesso servizio, ma che il Sindaco De Magistris volle abolire in quanto il suo desiderio era che la gestione dell’acqua venisse affidata ad una società totalmente pubblica; venne creata così l’attuale ABC Napoli, interamente di proprietà del Comune di Napoli, affidandola al Presidente Avv. Maurizio Montalto, con un Consiglio di amministrazione di 5 elementi provenienti dai Comitati che negli ultimi anni si sono battuti perché la gestione delle risorse idriche sia totalmente pubblica.
Il Comune di Napoli, grazie a De Magistris, fu uno dei pochi a realizzare il desiderio della totalità del popolo italiano espresso in un partecipato referendum sull’acqua del giugno 2011, col quale una maggioranza di oltre il 90 per cento espresse la loro volontà che la gestione delle risorse idriche fosse interamente pubblica.
La vita di ABC Napoli, grazie alla scelta del Presidente Montalto e dei consiglieri, è stata in questi anni abbastanza tranquilla, anche per la simpatia e l’appoggio dei Comitati cittadini che in questa Società hanno sempre avuto fiducia.
Ma i feeling e gli innamoramenti non sono eterni, anche i grandi amori soggiacciono a volontà estranee che, talvolta, possono determinare crisi.
E la crisi, nel caso di ABC Napoli, è arrivata, a causa della recente legge regionale che impone rigidi paletti agli Enti e alle Società che gestiscono l’acqua le quali, se vogliono sopravvivere, debbono rispettare determinati parametri e avere adeguate dimensioni.
De Magistris è molto attento a tali normative e, giacché non vuole rinunciare alla gestione pubblica, intende far crescere l’ACB Napoli per farla rientrare in quei parametri.
Ed è qui che è avvenuta la frattura tra Comune e ABC Napoli, giacché quest’ultima, nonostante interamente di proprietà del Comune, ha opposto resistenze al rispetto della volontà del Comune rifiutando di adeguarsi.
E l’ultimo atto, dopo un braccio di ferro durato alcuni mesi, è il decreto di scioglimento del Cda e la nomina di un Commissario straordinario, Marina Paparo, la quale dovrà traghettare la società al dimensionamento previsto dalla legge.
Ovviamente il defenestrato Presidente Montalto e tutto il consiglio dimissionato non l’hanno presa bene, e vi sono state infuocate interviste con aspre critiche nei confronti di De Magistris, e anche i Comitati non sono stati a guardare, e si sono riuniti martedì 20 settembre per decidere il da farsi.
Nella infuocata assemblea pubblica, alla quale ha partecipato anche il Vicesindaco Raffaele Del Giudice, la crepa tra ABC e Comune si è ulteriormente allargata.
Ma quali sono le posizioni delle parti?
I Comitati, il Presidente Montalto e il Cda dimissionato sostengono che il sindaco ha revocato immotivatamente, senza condividere la scelta con il Consiglio civico e con i cittadini, il presidente e il CdA di Abc, interamente proposti dal basso. I Comitati paventano il pericolo della privatizzazione dell’azienda speciale.
Ma il Comune ha rimandato l’accusa al mittente, ribadendo che la revoca è avvenuta perché Montalto e il CdA hanno ostacolato il ciclo integrato, impedendo il passaggio dei lavoratori del Consorzio, operazione fondamentale per consentire ad Abc di partecipare alla gara per l’affidamento.
Il nodo politico che ha portato alla rottura tra ABC e il sindaco è, quindi, la mancata stabilizzazione dei 107 lavoratori del Consorzio di San Giovanni e il conseguente passaggio degli impianti di sollevamento ad Abc.
Ma i Comitati e Montalto tuonano: «Manca la copertura finanziaria per portare a termine questa operazione e nessuna somma è stata accantonata per garantire la sicurezza di un sistema mal funzionante, anche a tutela dei lavoratori stessi». Ma il Comune si difende sostenendo che non c’è macchinazione e che la copertura finanziaria è già prevista.
Nella diatriba si è inserito anche Padre Alex Zanotelli il quale difende a spada tratta le ragioni dei Comitati e di ABC Napoli, ma il Sindaco replica: «Zanotelli sbaglia bersaglio. Nessun tradimento sull’acqua pubblica».
Posizioni inconciliabili, quindi, e non si intravede, per il futuro, possibilità di riconciliazione.
Qualche nostra considerazione, a questo punto, è d’obbligo.
Tutti sanno con quanto simpatia abbiamo sostenuto e appoggiata l’opera dei Comitati nelle numerose occasioni in cui si sono schierati ed hanno manifestato per il rispetto della volontà popolare espressa con il referendum di giugno 2011 e in numerose successive occasioni, in special modo per l’ATO 3 che riguarda i 76 Comuni dell’Agro Nocerino e Vesuviano, tartassati da GORI. E ricordiamo che gli stessi Comitati hanno sempre preso ad esempio il comportamento del Comune di Napoli.
Non ci spieghiamo, ora, la levata di scudi dei Comitati in difesa di una posizione negativa e intransigente del Presidente Montalto e del suo Cda nel contrastare l’intendimento dell’unico Socio di Abc, il Comune di Napoli, finalizzato proprio a lasciare pubblica la gestione delle risorse idriche, nel rispetto dei parametri nuovi imposti dalla legge.
D’altronde, se il Comune, da “proprietario” (brutto termine che però rende bene il concetto) chiede ad ABC di fare una certa cosa, se ne assume la responsabilità e gli oneri, anche economici, non si vede come l’organo esecutore di quella volontà possa opporsi, minacciando fuoco e fiamme anche giudiziarie.
Né è ammissibile, a nostro avviso, che i Comitati facciano la voce grossa in merito ad una questione che esula dalla loro competenza: già è stata una forzatura avere un intero Cda loro diretta espressione (e ciò fa comprendere la buona volontà di De Magistris), ma ogni eccesso è difetto e nessuno può pensare di poter sempre arrogarsi il diritto di “essere in paradiso a dispetto dei santi”, per dirla con un noto proverbio.
Un’ultima considerazione sull’intervento di Padre Zanotelli, sempre presente nella difesa dei diritti del popolo e degli ultimi, che però, questa volta, sembra si sia fatto strumentalizzare, sostenendo a spada tratta le ragioni di Montalto e dei Comitati, senza alcun approfondimento.