scritto da Nino Maiorino - 19 Novembre 2016 15:03

LA FINESTRA SUL CORTILE I mostri cavesi

Mentre il Sindaco Servalli e il suo “entourage” sono impegnati, fra l’altro, a “pensare alla grande”, alla De Luca, e ad immaginare grandi opere come il tunnel di collegamento tra Cava e Maiori, (e per me fanno bene) probabilmente perdono di vista i problemi spiccioli della città, quelli ai quali la quotidianità ci abitua e, perciò, ad essi quasi non facciamo più caso.

Vi sono tante cose sulle quali l’amministrazione potrebbe e dovrebbe intervenire, cose che costituiscono “I MOSTRI CAVESI”, come io li definisco, opere che in parte, con la loro bruttura e la loro invasività, deturpano la città; altre opere che sono inutilizzate e soffrono processi di deperimento dovuti all’incuria umana e alle condizioni atmosferiche.

“Mostri” che, probabilmente con risorse limitate, potrebbero diventare meno invasivi e magari utili alle esigenze della cittadinanza o, in ultima ipotesi, dovrebbero essere eliminati.

L’emblema è il “Mostro dell’Epitaffio” , vale a dire quella indecorosa struttura, buia e sporca, che troneggia accanto al ponte autostradale, che tutti gli automobilisti provenienti da Nocera si trovano alla loro sinistra allorquando si immettono sulla prima rotatoria alle porte di Cava, all’angolo tra Via XXV Luglio e Via Pasquale Santoriello.

Da decenni lo ammiro (sic!) e mi chiedo cosa ci faccia lì, in bella vista, ad accogliere chi si accinge a entrare in città.

Non so, e in questa sede non mi interessa, chi e perché l’abbia costruito, perché la costruzione venne bloccata e perché non venne completata: sono certo che vi furono delle ragioni fondate per farlo, anche se, forse mi ripeto, un’amministrazione attenta non dovrebbe consentire ad un costruttore di edificare uno scheletro di cemento di un fabbricato di tali dimensioni senza bloccarlo sul nascere, per poi intervenire quando la struttura è già eretta: obbrobri burocratici, e non solo, all’italiana.

Ma se, dopo decenni, nessuno si prende la briga di edificarlo per farne, magari, locali pubblici, o abbatterlo, questo è segno di incuria, per non dire altro.

Il mostro dell’Epitaffio non è la sola bruttura di questa città; c’è un altro mostro, costituito da quell’ “abbozzo di cavalcavia” che si intravede dalla piazza di fronte alla Chiesa di San Nicola a Pregiato, certamente meno evidente, anche perché meno invasivo: comunque non si può ignorarlo.

Chi ebbe la idea di costruire quel cavalcavia, probabilmente ipotizzava un collegamento della piazza antistante la chiesa con la sottostante Via Luigi Ferrara, in modo da agevolare il traffico automobilistico che già all’epoca, probabilmente, attanagliava tutta la zona con strade le cui caratteristiche sono rimaste inalterate; l’idea poteva essere condivisibile, anche se, a ben guardare, quel cavalcavia, sembra non avere una pendenza tale da poter essere facilmente utilizzato, specialmente da automezzi di una certa dimensione. Fatto sta che il progetto non venne realizzato e di esso è rimasto questo “mostro” che pure andrebbe utilizzato o eliminato.

Altro mostro, obbrobrioso più di quello dell’Epitaffio è costituito dai “prefabbricati” realizzati, all’epoca del terremoto del novembre 1980, nell’ampia area adiacente il Palazzetto dello sport, tra Via Luigi Ferrara e Via delle Arti e dei Mestieri, per venire incontro alle esigenze di una parte della popolazione che si era trovata priva della casa, crollata o dichiarata inagibile a seguito del sisma.

All’epoca quelle strutture costituirono certamente un aiuto per la popolazione, ma a distanza di 36 anni non sembra che oggi possano ancora esistere, anche perché la necessità della loro costruzione è stata ampiamente sodisfatta e, venuta meno la necessità di allora, non si comprende perché quei manufatti, in buona parte già crollati, non vengano definitivamente eliminati.

Tra l’altro la esistenza di quelle fatiscenti strutture consente a poveri diavoli senza tetto di utilizzarli anche nello stato indecoroso e malsano in cui versano, e ciò alimenta il sospetto che le amministrazione comunali (non solo quella in essere) soffrano di una specie di sindrome dissociativa costituita, da un lato, dalla consapevolezza che l’intervento vada fatto e, dall’altro, ma da incomprensibile inerzia.

E giacché ci siamo, voglio evidenziare anche la struttura del “Palazzetto dello sport” che da decenni fa bella mostra di se, e nelle belle giornate il sole rende splendente la cupola di rame che a suo tempo fu messa a protezione delle sottostanti imponenti strutture di cemento. Perché sia ancora inutilizzato è un fitto mistero. Va data atto all’attuale Amministrazione di aver avviato il discorso di completamento e utilizzo, ma sembra che l’iter sia lungo e complicato.

Caro sindaco Servalli, vogliamo stringere i tempi?

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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