Il termine verità (dal latino veritas), indica l’ accordo o la coerenza con un dato o una realtà oggettiva, o la proprietà di ciò che esiste in senso assoluto e non dovrebbe essere falso: ma la verità assoluta non esiste in quanto, per il semplice fatto che essa viene raccontata, tramite parole o immagini, essa può venire, magari inconsciamente, manipolata.
Tutti quanti noi che ci dedichiamo a dare informazioni, tramite la carta stampata, il web, le reti sociali, la radio o la Tv, sappiamo che la verità assoluta non esiste in quanto anche il più rigoroso articolista, intenzionato a dare informazioni vere, nonostante le migliori intenzioni, traduce i fatti nella “sua verità”, pure se inconsciamente.
Persino una fotografia può trasmettere non l’assoluta verità, ma la verità del fotografo, laddove è scontato che una determinata inquadratura orienta, sia pure inconsapevolmente, chi quell’immagine guarda.
Non mi voglio addentrare in disquisizioni filosofiche, ma, più praticamente, desidero dimostrare come, in maniera estremamente semplice, la verità può essere manipolata per asservirla a una determinata teoria, e, senza falsare i fatti riportati, orientare il lettore in un senso o nel senso opposto.
Tutti ricordano che lo scorso 19 maggio i sindacati confederali dei pensionati, dopo anni di separazione, hanno unitariamente organizzato a Roma una imponente manifestazione finalizzata a esternare il malcontento di una categoria di ex lavoratori che più delle altre ha subito le conseguenze della crisi economica del nostro paese; e, nonostante i pensionati sopportino il peso dei disagi che i giovani vivono, contribuendo, nei limiti del possibile, ad alleviare quei disagi in maniera più o meno sostanziosa a seconda delle singole disponibilità.
La manifestazione vide la partecipazione di circa 60/mila persone in Piazza del Popolo e, effettivamente, fu considerata un successo.
Qualche giorno dopo i segretari delle tre Confederazioni sindacali vennero ricevuti dal Premier Renzi per un confronto, il primo dopo anni di completo distacco tra le forze politiche di governo e i rappresentanti dei lavoratori e pensionati.
La stampa sindacale ha riportato con questa sequenza i fatti, facendo intendere che il Governo era stato costretto a cedere al confronto in virtù della forza espressa nella manifestazione del 19 maggio.
I fatti, però, sono diversi. Infatti, già prima della fase organizzativa della manifestazione sindacale, il Governo e i Sindacati avevano stabilito di incontrarsi, com’è poi avvenuto: talché, pure se quella manifestazione non fosse stata fatta, o non avesse avuto una tale numerosa partecipazione, l’incontro Governo – Sindacati si sarebbe tenuto ugualmente.
Questo episodio è chiaramente indicativo di uno dei sistemi più semplici di manipolazione della informazione, che si traduce in definitiva, nella volontaria manipolazione della verità.