“”” Caro figlio mio, ti scrivo questa lettera che per ora non ti spedirò, ma lo faccio per farti comprendere un giorno, quando ci rincontreremo, ciò che ho provato mentre salivi su quel camion pieno di persone che ti allontanava da me.
Ti ho salutato con un sorriso che nascondeva la tristezza del mio cuore allagato da lacrime amare.
Avrei voluto fermare quel camion, farti scendere e tenerti ancora abbracciato a me, ma è solo per amore che ti ho lasciato andare.
E’ solo per amore che ti ho lasciato andare,
… che ho deciso di allontanarmi da te, … che ti ho affidato a quella donna che non conosco chiedendole di proteggerti. … se ho finto di sorridere. … ti ho spinto verso una decisione così importante, convincendoti che era l’unica strada da percorrere. … se ho venduto la mia misera capanna per pagare parte del biglietto del viaggio. … se ho venduto anche le mie scarpe per acquistare il vestito più bello per te. … se per i prossimi dieci anni io dovrò continuare a pagare il biglietto del tuo viaggio. … se ti ho descritto una vita futura più bella, più serena, più tranquilla, consapevole comunque di tutti i sacrifici cui andrai incontro.
Adesso sei su quel camion che lascia dietro di se una nuvola di sabbia che offusca il sole e ferisce i miei occhi ma che va verso il futuro: il tuo futuro.
Saranno giorni difficili durante i quali, affrontando la traversata del deserto andrai incontro a tanti disagi: la fame, la sete, il freddo della notte, il dover condividere con tanti altri gli angusti spazi del cassone del camion; ma poi arriverai a quello che chiamano mare. Noi non lo conosciamo ma ci hanno detto che è come un deserto blu dove l’aria è più fresca e abbondante e dopo poche ore arriverai finalmente nella terra ferma, la terra promessa: l’Italia.
Un paese ospitale dove il blu del mare si mescola al verde della natura. Lì non vi sono guerre, violenze, sopraffazioni. Ti accoglieranno con il sorriso, ti daranno da mangiare, ti consoleranno nei momenti di tristezza, ti vorranno bene, ti insegneranno un lavoro e tu riuscirai a vivere con serenità.
Non sentirai i sibili dei proiettili e il fragore delle bombe, non ti sveglierà il bagliore degli incendi e potrai passeggiare e giocare per strada senza guardarti dai cecchini appostati agli angoli delle vie.
E’ solo per amore che voglio credere in tutto ciò. … se credo in questa speranza. … se ho scelto di tenerti lontano da questo nostro paese dilaniato dalla guerra, dalla violenza e dall’ostilità.
E’ solo per amore, quello di una madre che spera e prega per i propri figli affinché possano avere una vita migliore della propria. … che prego il Dio del deserto che possa alimentare il vento che allenta la calura. … che prego il Dio del mare che lo mantenga calmo per permetterti di arrivare presto sull’altra riva. … che prego il Dio delle genti che possa amarti con l’amore di questa madre che soffre per te … “””
Questa lettera, che è stata letta e distribuita durante le funzioni religiose del Santo Natale nelle chiese Francescane, non ha bisogno di commenti; andrebbe letta e meditata da tutti, specialmente da coloro che con estrema faciloneria, esprimono il loro pregiudizievole rifiuto dei migranti che affrontano i disagi dei “viaggi della speranza” per cercare un’alternativa alle violenze nei loro paesi natii.
Buone festività natalizie e di fine d’anno.