Covid-19… la Tragedia e la Farsa
Karl Marx ha detto che “la storia si ripete sempre due volte. La prima volta come tragedia. La seconda come farsa.
Frase lapidaria che ci inchioda al momento che stiamo vivendo.
Dopo giorni, settimane, mesi passati a parlare delle rotelle dei banchi di scuola e, soprattutto, a fantasticare sul toto virus attraverso un’infinità di protocolli finiti chissà dove, per l’ennesima volta, ci siamo fatti trovare impreparati.
Per carità, del tutto umana l’illusione, complice l’euforia dell’estate, che il virus fosse stato sconfitto ma, sinceramente, avremmo potuto fare di meglio.
Non rimanendo chiusi l’estate ma, semplicemente, preparandoci alla nuova ondata.
Ed eccolo qua di nuovo a seminare orrore e disordine nelle nostre vite materiali e immateriali.
Anzitutto, dobbiamo riconoscerlo e prima lo facciamo meglio è: il covid-19 ci ha sorpresi alla grande e abbiamo sbagliato.
Era del tutto prevedibile che all’inizio dell’inverno sarebbe arrivata una nuova ondata e avremmo dovuto organizzarci migliorando laddove, tra marzo e maggio, eravamo stati impreparati.
Con i Se e i Ma ovviamente non si va da nessuna parte ma riconoscere dove si è sbagliato è fondamentale sia in termini di onestà intellettuale e umana che per capire da dove ripartire.
Abbiamo un paese in crisi, profonda. Il Covid-19 ha inasprito una situazione che già prima, complice la letargia e l’incapacità delle classi dirigenti degli ultimi venti anni, era molto complicata. Da molti anni l’Italia è un paese che cresce con livelli prossimi allo zero. La crisi, per chi è nato negli ’80, c’è sempre stata, è un nostro elemento fondante e costitutivo, quasi un traguardo ideale contro cui, sin dalla nascita, ci siamo abituati da un lato a lottare e dall’altro a convivere.
Alla prima ondata, il virus ci ha colto del tutto impreparati e, nonostante tutto, ci siamo “arrabbattati”, noi come gli altri condomini della casa comune europea, per uscirne, pure se con le ossa rotte. Adesso, per la seconda volta ci siamo fatti fregare sul tempo e la situazione, economica e sociale, è decisamente pesante.
Non siamo i soli ovviamente in Europa. Altri Paesi stanno nelle nostre stesse condizioni – con un sistema sanitario vicino alla soglia critica – solo che a differenza degli altri noi abbiamo un Leviatano di debito pubblico mai sazio e mai domato eabbiamo fatto pochino nel recente passato per cogliere le opportunità esistenti.
Non tutto è perduto, ovviamente.
Ma tocca sbrigarsi. Il confronto tra Governo e Parlamento che c’è stato poche ore fa è un segnale positivo per un clima di distensione, armonia e soprattutto collaborazione e cooperazione tra tutte le forze in gioco.
Dopo il confronto, poi, fondamentale è Decidere.
E Decidere non significa, semplicisticamente, “chiudere e fermare” ma vuole dire mettere in campo le migliori energie, umane, materiali e immateriali, per tirarci fuori dall’emergenza e non trovarci impreparati, nel prossimo futuro, come lo siamo oggi.