Il destino dell’ Ospedale Santa Maria dell’Olmo di Cava de’ Tirreni sembra una telenovela che sta raggiungendo il numero di puntate quasi simile a quello della più celebra Beautiful, che ha raggiunto il record di oltre 7.mila puntate: riuscirà la telenovela cavese a superare tale record?
Non ricordo più quanti progetti, negli ultimi anni, si sono fatti, quanti capitoli si sono aperti e chiusi, quanti sindaci, consiglieri provinciali e regionali sono intervenuti, hanno fatto dichiarazioni e fatto promesse, e in tanti si sono incatenati qui a Cava, poi a Salerno, poi dinanzi al palazzo della regione.
Addirittura un recente sindaco si era improvvisato imprenditore immobiliare ed aveva acquistato, con i soldi dei contribuenti, un terreno all’uscita del casello autostradale metelliano, per andarci poi a costruire, questa era la sua idea, un nuovo e moderno ospedale, illudendo i cavesi che ciò che non erano riusciti a fare in quarant’anni gli ex sindaci e amministratori metelliani sarebbe riuscito a farlo lui.
Illudendo, ripeto, solo i cavesi giacché non posso pensare che questo sindaco, persona certamente intelligente e raziocinante, potesse mai credere in un progetto del genere: in un’epoca di vacche magre, nella quale gli ospedali “ inutili “ si stanno chiudendo in tutto il paese, solo un pazzo avrebbe potuto veramente credere che potesse trovare le risorse per andare a costruire qui a Cava un nuovo ospedale.
A fronte di questo gran parlare che da decenni si fa per la salvezza dell’ospedale di Cava, nessuna soluzione concreta si intravede, e solo dei pazzi possono pensare che quest’ospedale, checché se ne dica, potrà in qualche modo essere salvato.
La struttura è quella che è, la vetustà non può essere disconosciuta, l’antichità dell’ente non è una giustificazione per mantenere questa struttura in vita.
Al di là delle chiacchiere, e anche delle ultime iniziative adottate dai tifosi calcistici cavesi e dal movimento pentastellato metelliano, sembra che oramai anche i cittadini abbiano compreso quello che i politici, gli amministratori e i venditori di fumo sembrano ignorare, e cioè che l’ospedale Santa Maria dell’Olmo è oramai moribondo e nulla e nessuno potranno più salvarlo.
Mi sembra sensato chiedere a chi di competenza (l’Azienda Universitaria Ruggi d’Aragona di Salerno, la Regione Campania, il Servizio Sanitario Nazionale) di utilizzare parte degli ormai obsoleti locali per realizzare una “Piattaforma di Emergenza e Stabilizzazione Medica e Chirurgica”, con il compito di prima assistenza per i cittadini cavesi e del circondario, così come mi sembra sensato preoccuparsi delle notevoli opere d’arte che l’attuale ospedale custodisce: ma mettere in campo queste opere illudendosi che, per salvaguardarle si potrà evitare la chiusura dell’ospedale sembra una pura follia e una offesa alla intelligenza dei cavesi.
Intelligenza che ai cavesi va riconosciuta e dimostrata anche dalla constatazione che agli ultimi assembramenti, manifestazioni, sit-in e cortei erano più gli amministratori e i politici (e nemmeno tutti!) che i cittadini stessi.