scritto da Nino Maiorino - 14 Gennaio 2015 12:16

Auguri interessati al premier Renzi

Completiamo i nostri auguri per il nuovo anno, con quelli che voglio dare a Matteo.

Di Matteo, sulla scena politica nazionale, ve ne sono due, ugualmente giovani e sulla cresta dell’onda: Matteo Renzi e  Matteo Salvini. Ma è al nostro giovane premier che va questo mio saluto augurale per l’anno che è finito  e per quello appena nato.

Matteo Renzi, nell’anno appena concluso, ha dato un grande impulso alla politica nazionale, con un attivismo frenetico, che a volte è sembrato parossistico, teso come una corda di violino a dare e dettare scadenze, a fare crono-programmi, a mettere in cantiere ogni tipo di iniziativa. L’attivismo di Renzi mi è sembrato tanto spasmodico come se egli avesse le settimane, i mesi contati, mi è parso come quello di un condannato a morte certa, al quale i medici abbiano dato poche settimane di vita, e che entro quelle settimane deve sistemare una miriade di pendenze, di sospesi, di scadenze, con la convinzione che se non sarà lui a farlo, quelli che gli succederanno non sapranno o non potranno fare più nulla.

Tutto sommato, Renzi non ha torto, e anche se è vivo, vitale e vegeto, non ha troppo tempo per realizzare il suo programma di cambiare l’Italia, recuperando gli anni, i decenni di immobilismo, trascorsi, dai suoi recenti predecessori, a “pettinare le bambole”, a “smacchiare i giaguari”, e da quelli un poco meno recenti, a fare solo proclami rassicurativi sul “tutto va bene”, qui ci sono “mi” che aggiusta le cose, e fare tutto quello che era in suo potere per sistemare le sue vicende, giudiziarie o meno, passare il suo tempo a fare “cucu” in sede internazionale, e beffeggiare i partners europei, a rendersi, e rendere noi italiani, ridicolo all’occhio degli statisti internazionali.

Lasciando, poi, il Paese in brache di tela, vale a dire sull’orlo del dissesto dal quale ci siamo salvati (o speriamo di averlo fatto) solo grazie alla fermezza di un Presidente della Repubblica come Giorgio Napolitano il quale, forte del prestigio che godeva, nonostante tutto, a livello internazionale, è riuscito a fermare o attutire le azioni traumatiche che la comunità europea voleva imporre all’Italia, così come aveva dovuto fare con altri Paesi messi quasi come noi.

In sostanza, per anni chi ha retto le sorti dell’Italia nel mondo, non è stato Berlusconi, non è stato Monti, pure quotato in Europa, non è stato Letta, ultimo esemplare di una categoria di politici oramai (speriamo) in estinzione, che pure ha impostato alcune riforme, ma con una lentezza esasperante; per questi anni chi ci ha rappresentato in Europa, è stato Giorgio Napolitano e, dietro le quinte, Mario Draghi.

Contro le lungaggini, i minuetti dei vecchi politici, le corse di granchi di tanti parrucconi ai quali noi cittadini avevamo, ahinoi, affidato le sorti del Paese, abbiamo finalmente avuta  con Matteo Renzi una figura che, anche grazie all’esperienza maturata sul campo dell’amministrazione di un Comune come Firenze -vale a dire di confrontarsi quotidianamente con problemi pratici dei cittadini, da risolvere “ieri piuttosto che oggi”- oltre che al suo carattere, ha messo in corsa il Bel Paese. Facendo capire subito a tutti che oramai il tempo dei rinvii è finito, che le cose si fanno, subito, che dobbiamo scrollarci di dosso le incrostazioni degli eterni confronti, delle eterne commissioni, degli interminabili comitati, delle interminabili riunioni, confronti, accordi che poi si tramutavano in disaccordi talché, nella maggior parte dei casi, si giungeva a un punto morto, ci si era stancati in interminabili schermaglie per lasciare, alla fine, tutto come prima.

Basta, i cittadini non possono più attendere i tempi della politica, almeno “quei” tempi. I cittadini che si confrontato quotidianamente con problemi vitali di sopravvivenza, ad ogni livello, debbono avere risposte immediate: è finito il tempo delle mediazioni, delle concertazioni, dei rinvii.

Questo rappresenta Renzi, che bene ha compreso le aspettative degli Italiani, e, pure rispettando le diverse opinioni di sindacati, di minoranze, di alleati e non, va avanti per la sua strada, e, a mio avviso, fa bene.

Certo, in questa situazione, qualche errore commetterà, qualche sfasatura si creerà, qualche incompetenza poi verrà a galla; ma tra il non fare in attesa dei tempo biblici della perfezione, e il fare, pure sbagliando, ritengo che non ci sia dubbio nella scelta, anche perché l’Europa, l’economia, la popolazione, lo richiedono.

E il solo superattivismo di Matteo Renzi e della sua squadra ha dato speranza all’Italia, sta dando coraggio agli italiani che, finalmente, vedono qualcosa in  politica che si muove, o almeno tenta, che decide, e che, pure tra calci, trabocchetti, mugugni, nonostante i “rosiconi” perenni, e a dispetto dei “gufi” istituzionalizzati, qualcosa sta facendo o, quanto meno, tenta.

E giacché, a mio parere, Renzi rappresenta l’ultima spiaggia, mi sento di dirgli “Buon anno Matteo”, vai avanti, mostra come si governa, come si comunica, come si cambia il Paese, e che ciascuno svolga il suo ruolo: il Governo governi, le opposizioni controllino e collaborino per migliorare i provvedimenti con apporti costruttivi ma senza imporre ulteriori stagnazioni.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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