scritto da Nino Maiorino - 14 Aprile 2016 10:48

Appuntamento in autunno con Renzi e il referendum costituzionale

La giornata di martedì 12 aprile 2016 verrà ricordata per due importanti episodi nazionali: il primo è la Riforma della Costituzione, il secondo è la morte di Gianroberto Casaleggio, ideologo e fondatore del Movimento 5 Stelle.

Desidero partire dal secondo, la morte di Gianroberto Casaleggio per rendere omaggio a questo personaggio che ha inventato la democrazia dal basso, ovvero la democrazia del (o dal) web, un ideologo che in pochi anni, interpretando i diffusi sentimenti di protesta, spesso inespressi, di gran parte dei cittadini, e il senso di frustrazione che assale noi tutti quando ci vediamo tartassati da tasse e ruberie, da prepotenze e violenze, e restiamo impotenti contro un sistema sempre più forte e spietato con i deboli e gli umili, ma forte nella tutela ad oltranza di  se stesso a discapito delle masse, ha saputo, con l’utilizzo più o meno sapiente e più o meno spinto del web, dare voci in rete alle proteste e alle aspettative di coloro che si sentono esclusi.

E un notevole risultato l’ha ottenuto, laddove si rifletta che questo Mavimento, dal nulla, in pochi anni è riuscito a raggiungere percentuali ragguardevoli di consensi, tanto da insidiare partiti strutturati collocandosi al loro fianco e diventando, alternativamente, la seconda o la terza forza politica.

Io non credo che tramite il web si riesca a dare una spallata a quelle forze contro le quali le masse protestano, anche perché la logica messa alla base del M5S è di totale e incondizionato rifiuto di ogni forma di collaborazione governativa; ma è certo che il risultato ottenuto fa riflettere, e non solo quei partiti per i quali il Movimento di Casaleggio costituisce una spina nel fianco, ma principalmente tutte quelle altre forze politiche che, pure esprimendo lodevoli intenti, non riescono a superare le pastoie nelle quali, volontariamente o meno, si sono andati a collocare.

E veniamo, ora, all’evento che può ben definirsi storico per la nostra Repubblica, vale a dire l’approvazione definitiva della legge che ha riformato la nostra Costituzione,  passata con 361 voti favorevoli, sette contrari e due astenuti; era richiesta la maggioranza assoluta dei componenti la Camera (316) ma le opposizioni non hanno partecipato al voto, ad eccezione della minoranza PD che ha votato la riforma.

Non è dato di sapere, al momento, se le modifiche costituzionali, fortemente volute da Renzi per due anni -e fortemente osteggiate sia dai “puristi”, i quali ritenevano che andassero ulteriormente approfondite, sia da tutte quelle forze politiche, di maggioranza e di opposizione, che sostanzialmente vedono Renzi e la sua compatta coalizione come il fumo negli occhi, mettendo in campo argomentazioni che alla fine tendevano solamente a rimandare ancora una volta alle calende greche la riforma della nostra Carta costituzionale; pure perché molte di queste forze, riconoscendo il successo di Renzi, implicitamente erano costretti ad ammettere i loro precedenti insuccessi—avranno effettivamente la loro efficacia.

Ma bene ha detto Corrado Augias, nella trasmissione di Giovanni Floris di martedì 12, controbattendo con Marco Travaglio il quale, da innato e impenitente polemista, ha tentato nuovamente di dimostrare tutti gli errori e le deficienze della riforma appena approvata; deficienze ed errori che il futuro eventualmente evidenzierà. Augias ha redarguito Travaglio richiamandolo prima a prendere atto che, oramai, la riforma, democraticamente, è andata in porto, e poi ad un maggiore senso dello Stato, giacché un passaggio di tal genere non può essere liquidato, sia pure in un popolare talk-show, con oramai inutili polemiche. Di Travaglio si deve riconoscere la grande professionalità, preparazione e competenze, ma spesso tutte queste doti vengono travalicate da quella “vis polemica” che lo contraddistingue.

Ora il passaggio successivo, che dovrà sancire definitivamente questa riforma, è il referendum confermativo che si terrà in autunno, e sul quale Renzi, come ha sempre detto finora, si gioca la carriera politica: ha infatti chiaramente detto che se il referendum boccerà la riforma, la sua carriera politica vorrà dirsi conclusa.

Staremo a vedere, convinti che Renzi, da politico esperto, da grande comunicatore, da combattente indomito, ha finora dimostrato grandi doti di convincimento e di governo, e, salvo grossi stravolgimenti, riteniamo che anche il referendum confermativo gli darà ragione.

Qualche ultima considerazione desidero fare in merito ad alcune delle grandi novità che la riforma della Costituzione introduce, prima fra tutte la soppressione del Senato quale organo eletto direttamente dai cittadini: nel mentre i Deputati continueranno ad essere eletti, i Senatori non più; il Senato numericamente ridotto da 315 a 100 Senatori (74 Consiglieri regionali, 21 Sindaci e 5 Senatori a vita, che rimarranno in vita solo 7 anni) perde la prerogativa del vecchio bicameralismo erroneamente denominato “perfetto”, meglio chiamarlo “paritario”, nel senso che le leggi e la fiducia al Governo verranno votate solo dalla Camera dei Deputati, relegando il Senato e deliberare esclusivamente su questioni marginali.

Oltre alla riduzione dei numero dei Senatori, che non verranno retribuiti, la legge riporta tra le competenze del governo centrale la gestione dell’energia e dei trasporti,  e la Protezione civile,  che precedenti riforme avevano delegato alle Regioni; provvedimenti non di poco valore, considerati i danni che il decentramento di tali materie (e non solo di queste), ha portato, ed è auspicabile che anche altri importanti settori (la Sanità ad esempio) rientrino tra le competenze centrali.

Né sono meno importanti l’abolizione delle Provincie e la soppressione del CNEL: per le prime si vede, finalmente, lo spiraglio della reale soppressione di questi Enti che, in definitiva, hanno dato scarsi contributi al governo del territorio, il secondo è stato sempre un “carrozzone” costoso e autocelebrativo il cui unico scopo è stato quello di mantenere se stesso, con sperpero di risorse e aggravamento di pastoie burocratiche.

Prossimo appuntamento, mi auguro definitivo, in autunno per il Referendum confermativo. (foto Tiberio-Barchielli – Palazzo Chigi)

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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