Purtroppo capita. Ma quando sono veri eroi la cosa dispiace, nel caso specifico non può che far piacere, direi finalmente, perché l’eroe di cui vado a parlare ci ha stancato con le chiacchiere (non uso altro termine per rispetto doveroso per lettori e lettrici) con le quali da un anno a questa parte ci sta subissando.
Parlo, ovviamente, del Ministro Salvini il quale, nel mentre finora sembrava un vincente grazie al martellamento quotidiano contro la politica dell’immigrazione, contro la perfida UE, contro i buonisti sinistroidi italioti, tant’è che nel giro di un anno, grazie ai gonzi che lo seguono e che pendono dalla sue labbra, ha raddoppiato i consensi alla Lega (è solo un eufemismo per dire che i consensi sono stati raddoppiati a lui), da quando si è scontrato con la “tosta” Carola Rackete, sembra un pugile suonato costretto in un angolo da una gragnuola di cazzotti che lo hanno stordito e ora sembra che non sappia che pesci pigliare e incomincia a sgomitare per tentare di uscire dall’angolo; e il travaglio è appena iniziato in quanto la Rackete ha aperto una strada che difficilmente potrà interrompersi.
Tant’è che, mentre fino a qualche giorno fa i suoi strali erano puntati contro la perfida UE, contro i sinistroidi nazionali rei di non pensarla come lui e di non sostenere la sua linea dura contro gli immigrati, e si faceva forte dell’appoggio dell’intero “suo” governo (e in effetti tale poteva considerarlo in quanto quel governo è sembrato veramente alle sue dipendenze, checché ne dicesse il Premier Conte), ora anche questo “suo” governo sembra averlo abbandonato, visto che il Ministro della Difesa, la grillina Tronca, lo ha ufficialmente più volte richiamato all’ordine, e il suo omologo alter-vice tace (e chi tace…) e tutto il governo, compresi i ministri leghisti, sembrano essersi rinchiusi in un imbarazzato silenzio.
Vien facile pensare all’altro proverbio “chi è causa del suo mal…” ma non rende bene il concetto che mi sforzo di esprimere.
Un uomo politico, che ha avuto la fortuna di assurgere al ruolo, imposto, di Vice-premier e Ministro degli Interni, non può agire da dittatore, come Salvini da un anno a questa parte ha fatto, con l’accondiscendenza dell’intero governo il quale ha solo fatto finta, finora, di seguirlo e appoggiarlo, e con l’altro Vice che ha dimostrato la pochezza politica che lo ha penalizzato dimezzandogli i consensi.
Un vero politico, nella sua posizione, invece di fare il gradasso, affidandosi solo ai social il cui consenso è basato sull’effimero, avrebbe dovuto mettersi seriamente a lavorare, all’interno del governo per costruire intorno a se un consenso non imposto, e all’interno dell’Unione Europea non facendo gruppo con gli sparuti premier sovranisti e contro l’Europa, ma con i rappresentanti di tutti i paesi membri, portandoli con il ragionamento a farsi carico del problema che l’Italia ha avuto, e ancora ha, e chiedere la loro collaborazione alla sua soluzione: la quale passa solo attraverso un effettivo coinvolgimento dell’intera Unione.
I risultati delle elezioni europee dello scorso maggio hanno dimostrato se non la inconsistenza, quanto meno la marginalità dei paesi allineati sulla linea di Salvini, tant’è che, alla stretta dei sacchi, sono relegati anch’essi in un angolo e contano quasi niente: le recenti nomine dei vertici degli organismi europei lo dimostrano.
Se Salvini fosse stato più presente sulla scena europea, probabilmente avrebbe risparmiato le mortificazioni che sta subendo e i richiami di altri Ministri, come la Tronca, dalla quale dipendono le Forze armate, la quale, alle doglianze del Salvini di vederla allineata contro, gli ha risposto per le rime, tacciandolo quasi di maleducazione, e ne ha i motivi in quanto non risulta che il dittatorello abbia mai posto i suoi veti concertandoli con lo stesso Ministro della Difesa o con il Ministro Tria dal quale dipendono le forze della Guardia di finanza, come educatamente avrebbe dovuto fare.
Ora sembra che gli vadano “le scarpe strette” e lamenta di essere stato lasciato solo; se l’è ampiamente guadagnata sul campo questa solitudine, e, pertanto, “chi è causa del suo mal…”.
E se Salvini piange, questo può solo fargli bene: probabilmente quelle lacrime lo faranno rinsavire e gli faranno mettere la testa a posto consentendogli di assumere un ruolo adatto al suo Dicastero, non solo in Italia, ma anche di essere più presente in Europa per risolvere il problema migranti al quale anche l’attuale neo eletto Presidente del Parlamento Europeo, l’italiano David Sassoli, ha fatto un importante accenno.
8 luglio 2019 – By Nino Maiorino – Una chiosa a sostegno di quanto ho scritto. Ieri sera, all’inaugurazione a Salerno dell’Arena del Mare, il Governatore De Luca, con il suo consueto incisivo e convincente modo di esprimersi, ha non solo confermato le ingiustificate assenze di Salvini alle riunioni dell’UE sul problema dei migranti, ma ha rilevato le vere dimensioni del fenomeno nei campi di concentramento libici: raccolgono solo circa 7.mila (settemila) rifugiati in attesa di partire.
Possibile che le varie organizzazioni, europee ma meglio internazionali (Onu, Nato, Usa, Russia, ecc.) non trovino un sistema o un accordo per intervenire militarmente e prendere in carico questi settemila poveracci, estromettendo le pseudo FF.AA. libiche? Quando si è trattato di invadere l’Afganistan, o l’Iraq, tutti pronti a sostenere i militari USA; perchè non intervengono ora anche in Libia? E potrebbero avere anche un tornaconto, visto che nonostante tutto la Libia è ancora un paese ricco di petrolio.