Sant’Egidio, al via le celebrazioni per centenario della morte di Aniello Califano autore di O’ surdato ‘nnammurato
In molti ignorano che Aniello Califano, uno dei più grandi autori della musica napoletana, autore di O’ surdato ‘nnammurato, anche se nato a Sorrento, visse gran parte della sua vita a Sant’Egidio del Monte Albino.
Aniello Califano, infatti, nacque nel 1870 da una famiglia di ricchi proprietari terrieri originari del comune denominato la Porta dei Monti Lattari. Visse tutta l’infanzia e l’adolescenza a Sant’Egidio e poi si trasferì a Napoli. Qui scrisse uno dei capolavori della musica classica napoletana che ancora oggi, a distanza di un secolo, viene intonata in tutto il mondo e ogni volta le sue parole provocano grande commozione.
E’ il 1915. L’Italia è entrata in guerra, la Grande Guerra. Milioni di ragazzi, tra cui la famosa generazione dei ragazzi del ’99, combattono nelle trincee. Strappati alle loro famiglie e alle loro terre natie, quasi tutti analfabeti, parlavano ognuno il proprio dialetto ed era molto difficile capirsi l’uno con l’altro. Male addestrati e peggio equipaggiati, combattevano il nemico senza elmetti, né scarponi adatti al fango carsico, e neppure mantelline impermeabili.
In quei tristi giorni il generale Cadorna firma il consueto bollettino di guerra, gli spettacoli dei café-chantant hanno perduto gran parte del pubblico giovane, e gli autori si concentrano sulle canzoni patriottiche. Fu così che Aniello Califano, uno dei più grandi autori della musica napoletana, scrisse una delle canzoni più famose di tutti i tempi, ‘O surdato ‘nnammurato. La scrisse in una notte d’agosto e la portò all’editore Gennarelli che, quando lesse i versi si commosse. Lui che era un uomo risoluto non riuscì a trattenere le lacrime.
Il successo fu immediato, la canzone veniva cantata nelle trincee e nei café-chantant, ma venne osteggiata dalla propaganda militarista e messa all’indice, più tardi, dal fascismo perché era una canzone “disfattista”. A cantarla si rischiava la corte marziale, la prigione e, addirittura il plotone d’esecuzione. Dopo oltre cento anni ‘O surdato è ancora attualissimo. Fu combattuto, censurato, cancellato dal fascismo. Ma il suo messaggio d’amore universale è sopravvissuto a tutti i tentativi di osteggiamento.
In occasione del Centenario della morte di Aniello Califano, il 20 Febbraio 1919, il Comune di Sant’Egidio del Monte Albino, per celebrare degnamente questa ricorrenza, ha programmato tre giorni di eventi.
Si parte con l’inaugurazione della mostra presso l’abitazione di Aniello Califano, questa sera alle ore 18,30, in frazione San Lorenzo; subito dopo il concerto del cantautore napoletano Enzo Gragnaniello con il Solis String Quartet, alle ore 19,30; mercoledì 20 febbraio si svolgerà la cerimonia d’intitolazione della nuova piazza Aniello Califano a San Lorenzo; infine, giovedì 21 febbraio, alle ore 18 presso l’Aula Consiliare del Comune di Sant’Egidio, la presentazione del un libro “Aniello Califano, il cantore dell’ammore” interamente dedicato a lui e al suo prezioso contributo alla canzone classica napoletana.