Salerno, nessun danno al Circolo Canottieri Irno per l’incendio che ha coinvolto due yacht attraccati ai pontili Ventura
“Nessuna delle oltre cento barche dei soci attraccate ai nostri pontili ha subito danni dall’incendio che domenica sera ha coinvolto due grandi yacht attraccati ai pontili dei fratelli Ventura”.
Lo ha precisato il presidente dello storico Circolo Canottieri Irno di Via Porto, il dottor Alberto Gulletta (nella foto), che è stato chiamato a casa verso le 23, 20: “Mi hanno avvisato che c’era un incendio che interessava alcune barche attraccate ai pontili. Immediatamente sono arrivato al Circolo dove ho constatato che le barche non erano dei soci del nostro Circolo, ma erano quelle attraccate ai pontili dei fratelli Ventura. Alle 23, 32 abbiamo chiamato la Capitaneria di Porto che dopo 5 minuti è arrivata con una motovedetta. Nel frattempo, Andrea Fiorillo, un dipendente del nostro Circolo, preso un estintore, ha cercato di salire sulla barca che per prima ha preso fuoco, ma c’era troppo fumo ed è dovuto tornare indietro. Dopo un po’ sono arrivati anche gli uomini dei Vigili del Fuoco con un’autobotte. Ho assistito insieme ad altri soci, che nel frattempo erano sopraggiunti, a tutte le operazioni di messa in sicurezza delle due barche che, in fiamme, sono state portate al largo, lontane dai pontili”.
Anche il dottor Roberto Rescigno, Consigliere alla Sezione Nautica del Circolo Canottieri, che cura l’organizzazione dei pontili del Circolo, è stato chiamato dal marinaio di turno addetto ai pontili: ” Ero fuori sede, ma tramite un’applicazione per smartphone e tablet che consente a tutti soci di controllare on line, in tutte le ore della giornata, la propria barca collegandosi alle telecamere presenti sui pontili, ho controllato che tutto fosse a posto”.
I fratelli Ventura, Antonino e Silvio, titolari dei pontili di Via Porto, hanno vissuto una domenica notte “incandescente”.
“Eravamo seduti sulla piattaforma adiacente i pontili dove sono attraccate circa cento barche, davanti al bar –ristorante, quando, poco dopo le 23,00, ci siamo accorti che una delle barche si stava incendiando” – ha raccontato Antonino Ventura – “Abbiamo preso immediatamente gli estintori e, di corsa, ci siamo avvicinati alla barca. Proprio in quel momento i vetri delle cabine, a causa della forte temperatura, sono scoppiati provocando una maggiore presenza di ossigeno all’interno della barca che ha alimentato ulteriormente l’incendio. A quel punto era impossibile intervenire con l’estintore. Abbiamo immediatamente allontanato le barche vicine a quelle incendiate prima che potessero prendere fuoco: “Morristown”; “Holiday” e “El Chib”.
Poi, con grande freddezza e coraggio, mio fratello Silvio, è salito su uno dei nostri gozzi forniti anche d’idrante e, dopo aver spento le fiamme che si stavano diffondendo alla vicina barca “Holiday”, una alla volta, avvicinandosi alle barche in fiamme, ha agganciato le cime delle stesse per portarle al largo. A pensarci adesso, a mente fredda, possiamo dire che, anche grazie alla nostra esperienza cinquantennale, ci è andata bene”.
Silvio Autori ha raccontato come è stato evitato che le altre barche, oltre “Toby”, prendessero fuoco: “ Dopo essermi bagnato la faccia e il corpo, respirando a fatica, ho sciolto le cime di poppa delle due barche incendiate. Poi, salito sul gozzo, ho tagliato le cime di prua e trainato al largo le due barche portandole fino all’antimurale dove Giuseppe D’Angiolillo le ha agganciate agli scogli. Lì il rimorchiatore intervenuto, che non poteva avvicinarsi ai pontili per la bassa profondità del fondale, con delle potenti lance ha spento l’incendio sulle barche che, completamente distrutte, sono affondate. I proprietari delle barche hanno già chiamato un pontone da Napoli per recuperarle”.