Salerno, la Napoli letteraria di Francesco D’Episcopo al Parco storico Sichelgaita
“Il professor Francesco D’Episcopo è un “Apostolo della Cultura!”. Così lo ha voluto definire il Senatore Alfonso Andria che, con il garbo e l’eleganza che lo caratterizzano, ha tracciato il profilo dell’illustre critico letterario napoletano, salernitano d’adozione, durante la presentazione del libro ”La Napoli letteraria di Francesco D’Episcopo”, edito da Graus, scritto dalla professoressa Maria Gargotta, docente di materie letterarie al Liceo Artistico “Santi Apostoli” di Napoli, che per tanti anni è stata cultrice della materia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Federico II di Napoli “Questo libro è un omaggio al mio Maestro che ha tracciato il solco della mia attività didattica, creativa, di critica letteraria ed anche quella di insegnante.
Dopo il libro “La Salerno letteraria” pubblicato nel 2009, non poteva mancare Napoli che è la città di Francesco D’Episcopo, da lui profondamente amata. Per D’Episcopo tre sono i luoghi che hanno segnato il suo percorso interiore e intellettuale: il Molise, luogo di nascita e di origine materna; Salerno, suo luogo di scelta residenziale e di affinità intellettuale, e Napoli, città delle radici paterne, d’elezione e di cuore.
Nel libro parliamo di tanti scrittori napoletani, ma anche di quelli che non lo sono, ma che con Napoli hanno avuto un rapporto importante, come d’Annunzio e Alfonso Gatto. Attraverso questi autori, a partire da quelli del ‘500 e fino a quelli dei nostri giorni, viene fuori una immagine di Napoli che è quella che entra naturalmente nel cuore dello stesso metodo critico di Francesco D’Episcopo; una Napoli che tutti dovrebbero conoscere un po’ meglio”.
Il libro è stato presentato nella sala dell’EPT di Via Velia in un incontro organizzato dalla Presidente dell’Associazione Culturale “Parco Storico Sichelgaita”, la professoressa Clotilde Baccari Cioffi, che ha ricordato le origini del professor D’Episcopo:” Napoletane, molisane e salernitane. Egli, come tutti gli intellettuali, riesce ad avvolgere tutte queste esperienze nella sua esperienza di intellettuale e di uomo”. Dopo i saluti della Presidente dell’Ordine degli Architetti, Maria Gabriella Alfano, che ha sottolineato l’importanza che hanno i luoghi per gli scrittori, è intervenuto il Senatore Alfonso Andria, che ha tracciato il profilo del professor D’Episcopo:” Abbiamo fatto molto cammino insieme.
La sua presenza nell’attività letteraria e culturale napoletana e salernitana è stata sempre centrale. E’ un letterato, uno studioso, un accademico che ha la capacità di contemperare la statura del professore, con la P maiuscola, con la capacità di calarsi, con grande umanità, anche nelle più minute azioni del territorio. Ha scoperto numerosi talenti. Incarna l’umanizzazione della cultura”.
Il professor Alberto Mirabella, critico letterario, ha sottolineato la grande capacità critica di Francesco D’Episcopo:” La critica che lui realizza è una ri – creazione: egli ricrea seguendo un po’ il metodo del grande Maestro Salvatore Battaglia secondo il quale per conoscere bene un autore occorre conoscere gli “scartafacci” precedenti, ossia tutto ciò che è stato propedeutico all’opera finale, per arrivare ad un giudizio equo e positivo”.
Il professor D’Episcopo ha ricordato che da poco tempo è andato in pensione, dopo aver insegnato per quarant’anni all’Università Federico II di Napoli, dove teneva delle affollatissime lezioni con molti studenti seduti finanche a terra per prendere appunti:” Ho sempre seguito i miei allievi nelle loro più autentiche inclinazioni: alcuni di loro sono diventati buoni poeti e scrittori. Sono sempre stato un uomo semplice e umile, innamorato delle cose che fa e che, solo per amore, ha cercato di trasmettere alle future generazioni, affinché potessero diventare sempre più competenti e consapevoli”.
Tanti gli autori trattati nel libro di Maria Gargotta che D’Episcopo, nel corso degli anni ha riscoperto, nonostante fossero stati un po’ trascurati: da Giovanni Pontano, da Francesco Mastriani a Francesco ed Elio Bruno a Enzo Striano. Nel libro si parla anche di Pulcinella: “Io metto in discussione la tesi del Croce circa l’origine seicentesca della maschera napoletana che invece, risalendo ad un dialogo di Giovanni Pontano, risale al cinquecento” ed anche di Alfonso Gatto: “Ha scritto uno dei libri più importanti su Napoli che si chiama “Napoli N.N.” La poetessa Lella Anziano ha letto alcuni brani del libro.