scritto da Redazione Ulisseonline - 18 Maggio 2015 08:56

Salerno, in mostra le ceramiche artistiche di Rita Cafaro

Hanno  suscitato molto interesse le dodici opere della ceramista cavese  Rita Cafaro,  esposte   all’Info Point Turistico del Comune di Salerno, all’interno della Galleria Capitol, nella mostra dall’originale  titolo “Sei.Seisei” che come ha spiegato l’artista “Sono  il mese e il mio anno di nascita, ma” Sei ” significa anche esserci, nel senso di esistere. Il punto è un richiamo al mondo del web, del  punto it “.

L’artista cavese che si è definita” architetto per professione, ceramista per passione”,  è presente in ogni sua opera, come nella bellissima “Lei è”: una donna – dea che in una mano regge una mela rossa.

“E’ una  donna che rappresenta  l’origine e l’oggi. La mela rappresenta l’origine, l’ala è il mondo greco da cui  deriva la nostra storia, le radici e le foglie rappresentano l’essere femminile, ben radicato nel mondo e nella famiglia”.

L’artista ha spiegato anche che l’effetto rame dato alla ceramica è ottenuto utilizzando l’avventurina marrone brillantinata:”Dà una sensazione di moderno e antico allo stesso tempo”. Nelle opere di Rita Cafaro ci sono richiami a Matisse, a Modigliani :”Artisti che ho incontrato e amato nel mio percorso di studi”.

Ha realizzato anche una testa alla Modigliani: “E’ il mio idolo in assoluto! E’ lui che ha ispirato la mia arte!” Ama molto anche Matisse. A lui  ha dedicato un’opera che rappresenta un  mondo  ricoperto di onde marine, sovrastato da fanciulle danzanti che richiamano “La Danza” di Henri Matisse. Rita Cafaro lavora molto sulla materia, sugli smalti. Meraviglioso il suo  “Nido di foglie”:”E’  nato dal semplice gesto di raccogliere una foglia, per strada, a Parigi, in una giornata d’autunno. L’ho utilizzata come calco per le tante foglie realizzate in ceramica che costituiscono l’opera”.

Unica e suggestiva la sua  ballerina le cui braccia, posizionate a cerchio sulla testa,  racchiudono  tre gabbiani in volo, simbolo di libertà:”E’  realizzata con la tecnica raku, che ne esalta la bellezza e l’armonia. Mi piace utilizzare questa tecnica antica! Per me significa avere un contato diretto con la terra, con il fuoco”. L’artista ama utilizzare anche  la tecnica del lustro metallico o riverbero: “Una decorazione che si ottiene su di un soggetto già vetrificato e cotto a 980 gradi che  determina effetti di iridescenza di vario colore  a seconda del tipo di metallo usato” .

Rita ama fare lunghe passeggiate sulla spiaggia  di Cetara o alla Crestarella di Vietri, dove raccoglie, come facevano Picasso e Mirò, alcune pietre che attraggono la  sua attenzione  che poi utilizza nelle sue opere:”Le pietre racchiudono  la memoria del mondo”.

Anche il mare è protagonista nelle sue realizzazioni, come nel “Paesaggio marino”, nella “Sirena”.

Il fascino  silenzioso della notte è fonte d’ispirazione per  Rita Cafaro:” Dopo aver chiuso lo studio, mi rintano in casa e lavoro.  Nel silenzio, nella magia  della notte, la mia parte più autentica  prende vita e la mia immaginazione, la mia creatività, sono libere di esprimersi”.

Rita Cafaro, prima di iscriversi alla Facoltà di Architettura,  di Napoli, ha frequentato il Liceo Artistico di Salerno: “Sono stata allieva di Matteo Sabino, di Franco Lorito, Bruno Alfieri, Giovanni Canton”.

L’artista cavese ha realizzato più di cento opere in tre anni. Le  ha esposto in varie mostre collettive. Dopo la mostra all’Info Point di Salerno sta partecipando  al concorso ceramico ” Oltre l’arcobaleno” a San Lorenzello, in provincia di Benevento, riservato alle sole donne ceramiste. Esporrà  poi  a Grottaglie (Taranto) e il 4 luglio, nello storico Palazzo Genovesi  a Salerno. E’ un’artista instancabile:”Questo lavoro mi da gioia”.

Il suo sogno è quello di realizzare  un totem, una sorta di obelisco. “Mi piacerebbe tantissimo! L’ho già progettato nella mia mente”.

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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