“Il processo mediatico e il processo giudiziario sono due fenomeni diametralmente opposti: il processo penale si basa sul raziocinio, sulla valutazione delle prove, su schemi rigidi e non violabili, mentre il processo mediatico si basa su tutt’altri valori, primo tra tutti quello dell’apparenza. Il problema oggi è che si abusa del processo mediatico” .
E’ stato il dottor Antonio Frasso, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minori di Salerno, già membro togato del CSM, insieme all’avvocato penalista, Teresa Sorrentino, del Foro di Nocera Inferiore, a parlare di processo mediatico, un fenomeno che sempre più concorre a trasformare il presunto colpevole di un delitto nel protagonista di un reality.
L’occasione è stata data dall’incontro organizzato, nella Sala del Gonfalone del Comune di Salerno, dalla Presidente del Club Inner Wheel Salerno Carf, la professoressa Marisa Sarnelli Parisi che, insieme alla dottoressa Marisa Della Monica e alle altre socie del Club, ha fortemente voluto che si parlasse di questa tematica quanto mai attuale nell’ambito dei service culturali messi in campo dal sodalizio innerino salernitano.
L’interessante dibattito è stato moderato dal giornalista Pino Blasi, Presidente regionale dell’UCSI, che ha ricordato le origini del processo mediatico:” Nel 1953 ci fu il caso Montesi nel quale venne coinvolto Piero Piccioni, figlio di Attilio Piccioni, Vicepresidente del Consiglio dell’epoca. Nel 1969 ci fu il processo contro Pietro Valpreda. Nel 1981 l’Italia si fermò a Vermicino per seguire in diretta televisiva il tentativo di salvare un bambino caduto in un pozzo artesiano. Negli anni più recenti ci sono stati il caso Tortora, i casi degli omicidi di Chiara Poggi, di Garlasco, di Cogne, di Meredith, la Strage di Erba, l’omicidio di Yara Gambirasio. La cronaca nera e giudiziaria occupano almeno tre ore al giorno dei palinsesti televisivi italiani. Fa audience, fa vendere i giornali”.
L’avvocato Teresa Sorrentino ha analizzato il conflitto esistente tra il processo mediatico e quello giudiziario sottolineando l’influenza che esercita il processo mediatico:” Il processo mediatico, che viene rappresentato attraverso tutti i mass media, soprattutto attraverso la televisione, porta a quella sentenza mediatica che può combaciare con la sentenza processuale, ma può anche essere difforme, come è accaduto ad esempio con la sentenza dell’omicidio di Meredith. Il processo mediatico può condizionare la gente comune, ma anche le giurie popolari e i giudici stessi. Si sta un po’ esagerando. Bisognerebbe che tutti facessero un passo indietro, a cominciare dagli organi di stampa che dovrebbero evitare le gogne mediatiche”.
L’avvocato Sorrentino si è anche soffermata sulle intercettazioni di Berlusconi: “Sicuramente ci saranno tante querele che non serviranno a nulla”.
Secondo il dottor Antonio Frasso, bisognerebbe rispettare le norme dei codici etici:” Sia di quelle del codice etico dei giornalisti, sia di quelle del codice etico dei magistrati. Si risolverebbe il problema del processo mediatico nell’interesse della democrazia e della libertà. Tutti gli operatori che intervengono: dai magistrati, ai giornalisti, agli avvocati, dovrebbero convergere sull’obiettivo e perseguirlo in buona fede. Ci vorrebbe una consulta fornata da tutti gli attori di questo sistema. Se ci mettiamo a lavorare insieme risolveremmo gran parte dei problemi. Se badiamo all’auditel, non ci troviamo più. Stabiliamo prima quali sono i valori degni di tutela che vogliamo perseguire e poi troveremo sicuramente la verità e la soluzione nell’interesse del Popolo Italiano”.