scritto da Redazione Ulisseonline - 29 Maggio 2016 14:07

Salerno, convegno su “Riabilitazione: attualità e prospettive” organizzato dall’Associazione dei Medici Cattolici Italiani

“Riabilitare significa prendersi cura. Tutta la medicina dovrebbe essere un prendersi cura. La riabilitazione si candida autorevolmente a questa visione legata non alla malattia ma alla persona. Riabilitare una persona significa farsi carico di tutti gli aspetti più importanti della persona, non solo dal punto di vista biologico”.

E’ stato il  professor Vincenzo Maria Saraceni,  Fisiatra dell’Università “La Sapienza “ di Roma, Past President Nazionale dell’Associazione dei Medici Cattolici Italiani, a spiegare quello che dovrebbe essere oggi lo scopo principale della medicina, nel corso del convegno: “Riabilitazione: attualità e prospettive” organizzato, nell’Aula Magna della Facoltà di Medicina di Baronissi, dal dottor Mario Ascolese, Chirurgo Pediatra, Presidente dell’AMCI Campania, in collaborazione con il Professor Nicola Maffulli, Direttore del Dipartimento dell’Apparato Locomotore dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno; con il professor Mario Capunzo, Direttore del  Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’UNISA, e con il dottor Bruno Ravera, Presidente  dell’Ordine dei Medici di Salerno.

Il dottor Mario Ascolese, ha sottolineato l’importanza della figura del riabilitatore: “Non c’è nessun’altra professionalità, come il riabilitatore, che sta vicino all’assistito che deve essere curato dal punto di vista professionale, ma soprattutto deve essere accudito. Il percorso riabilitativo deve essere individualizzato, coerente e realizzabile. La riabilitazione necessita di un approccio biopsicosociale da mettere in pratica attraverso un’équipe riabilitativa, con competenze professionali diverse, integrate in un’ottica interdisciplinare”. Il professor Mario Capunzo ritiene fondamentale il tema della riabilitazione: “Vuole riportare il paziente alle sue originarie condizioni di salute. La vera medicina deve essere rivolta alla persona. C’è un orientamento da parte della Regione Campania e del Commissario dell’Azienda Ospedaliera, il dottor Nicola Cantone, a portare avanti le istanze del territorio sulla riabilitazione. In funzione di questa esigenza è previsto un potenziamento del Polo del Da Procida”. Il dottor Bruno Ravera, ha ricordato i tre aspetti della medicina moderna: “La prevenzione, la diagnosi e cura, e la riabilitazione che non è la cenerentola del panorama sanitario, ma che anzi dovrebbe diventare una delle attività fondamentali della medicina”.

Il Professor Nicola Maffulli, Presidente del Congresso Scientifico e moderatore dello stesso, ha parlato dell’approccio chirurgico alla riabilitazione: “La chirurgia da sola oggi non ha più senso. Il chirurgo senza un buon team di riabilitazione è destinato a fallire. Solo insieme possiamo  eseguire il nostro lavoro al meglio, a beneficio del paziente”. Il professor Maffulli ha illustrato anche le innovative tecniche minimamente invasive che utilizza a Salerno: “La riabilitazione super precoce  nell’immediato post operatorio. Insegniamo al paziente quello che deve fare dopo l’operazione già prima dell’operazione”.

La dottoressa Mariaconsiglia Calabrese, Presidente Nazionale della SIFIR, e Direttore delle Attività Professionalizzanti del Corso di Laurea in Fisioterapia dell’Università di Salerno, ha descritto l’esperienza clinica fatta sul campo, riferita a  situazioni cliniche trattate: “Abbiamo sottolineato  l’importanza dell’integrazione interdisciplinare con le diverse professionalità che prendono parte al percorso riabilitativo: ortopedici, fisioterapisti, logopedisti, neurologi. Le neuroscienze sono alla base del movimento”. La dottoressa Calabrese ha parlato anche dei sistemi di classificazione internazionale della funzione e del  diverso approccio  che si sta sviluppando nei confronti della disabilità: “Non è più un approccio di integrazione, ma di inclusione vera nel tessuto sociale”. La dottoressa Calabrese ha manifestato il suo dissenso rispetto al probabile riconoscimento di due nuove figure professionali: osteopati e chiropratici: “E’ venuto meno il rispetto della legge 43/2006 che regola le norme per l’istituzione di nuove figure professionali per evitarne la frammentazione. Creiamo invece una figura unica in riabilitazione con più specializzazioni”. Il dottor Lucio Cannaviello, Direttore dell’Unità Operativa di Medicina Riabilitativa dell’A.O.U. di Salerno, ha illustrato i vantaggi dell’uso della tossina botulinica che lui usa da oltre venti anni: “Iniettata con la tecnica di iniezione precisa, serve a diminuire lo stato di contrazione di alcuni muscoli. Si usa anche nelle ghiandole. Si sta usando sempre di più in varie applicazioni anche estetiche. Viene usata anche dagli urologi per rilassare la vescica ed evitare perdite di urina e per l’emicrania. È utilizzata in via endoscopica anche per l’intestino. A Salerno vengono anche da altre regioni per sottoporsi a questi trattamenti praticati con attrezzature di ultima generazione”.

Il dottor Mario Ambrosone, ortopedico di un istituto di ricerca clinica milanese, ha spiegato l’attività di ricerca che sta facendo sull’interazione del piede e della postura: “Il piede non viene più visto solo come un piano di appoggio, ma come un organo neurocettivo: possiamo ragionare sull’utilizzo di una riabilitazione neurosensoriale del piede per migliorare l’aspetto deambulatorio del paziente e recuperare le perdite di funzione. C’è una tecnologia medica innovativa tutta italiana, anzi campana,  che va a migliorare la neurosensorialità del piede”.

La dottoressa Paola Caruso, Fisioterapista, Presidente del Coordinamento delle Professioni Sanitarie del Lazio, ha parlato di Medicina narrativa: “E’ importante l’ascolto del paziente per raccogliere dati  significativi nella valutazione che ci consentono di personalizzare e migliorare la qualità della cura e la proposta degli esercizi. Nel futuro saranno previsti aspetti formativi nell’ambito delle  scuole di medicina e delle professioni sanitarie”. Il dottor Giovanni Esposito, logopedista, ha  illustrato i vantaggi dell’utilizzo della terapia  miofunzionale: “Consiste nel creare l’equilibrio dei muscoli orofacciali. Bisogna creare la postura giusta della lingua nella deglutizione attraverso esercizi di rieducazione muscolare. La terapia miofunzionale deve cominciare precocemente, già prima dei 7/8 anni. Bisogna correggere quei difetti instaurati da piccoli con  il protrarsi della suzione infantile dal seno o dalla tettarella, il  succhiarsi continuamente  il dito o mangiarsi le unghie”.

La dottoressa Fernanda Servodio Iammarone, Fisiatra dell’Azienda Ospedaliera Santobono Pausillipon di Napoli, ha parlato delle nuove tecnologie di cui è dotato l’ospedale napoletano, unico in Italia, applicate all’ambito riabilitativo pediatrico:” Esiste tutta una strumentazione robotica per il recupero della funzione motoria in bambini che hanno subito dei danni o che sono nati con patologie di tipo neurologico. Abbiamo il recupero graduale della posizione eretta, della deambulazione e delle funzioni cognitive. Sono di tipo educativo e si integrano al trattamento riabilitativo che il bambino esegue sul territorio”.

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