” Acqua azzurra, acqua chiara”; “I giardini di Marzo”; “Ancora Tu”; “Fiori rosa fiori di pesco”. Sono solo alcune delle più belle canzoni di Lucio Battisti ricordate da Adolfo Gravagnuolo, il noto imprenditore salernitano, già Presidente del “Casino Sociale” di Salerno e Past President del “Club Rotary Salerno”, durante la serata intitolata :”Il Signore delle ..Emozioni”, organizzata al Grand Hotel Salerno, dal Presidente del “Rotary Club Salerno”, l’avvocato Nunzio Di Filippo: “C’è bisogno di emozioni!”, ha spiegato il Presidente Di Filippo, “C’è bisogno che l’Italia, soprattutto in questo momento, ritorni a vivere le emozioni di quegli anni in cui il nostro Paese era all’apice delle economie avanzate dell’Europa, grazie al lavoro di tutti”.
Adolfo Gravagnuolo, con la sua oratoria forbita ed elegante, da grande istrione, ha raccontato il mito intramontabile di Lucio Battisti:”Ha rappresentato, per diverse generazioni di ragazzi italiani, ciò che hanno rappresentato i Beatles per i ragazzi di tutto il mondo. Era il nuovo che avanzava”.
Tante sono le canzoni che conosciamo di Battisti.” Una cinquantina possiamo considerarle successi nazionali che fanno parte della sua discografia. Ce ne sono alcune però, come :”Il mio canto Libero”, “Mi ritorni in mente”, “Emozioni”, “Un’avventura” che non appartengono più alla discografia di Battisti, ma fanno parte ormai del patrimonio collettivo degli italiani”. Canzoni che sono pennellate di poesia grazie ai testi di Mogol:”Il 90 % delle canzoni di Battisti sono state scritte da Mogol, mentre per la restante parte sono di Pasquale Panella”.
Gravagnuolo ha raccontato come nacque la collaborazione con Mogol:” Battisti nasce da una famiglia molto povera di Poggio Bustone, in provincia di Rieti. Vive un’adolescenza non molto felice. Contro il volere del padre, all’inizio degli anni ’60 si trasferisce a Milano dove, negli studi della Ricordi, fa amicizia con due dei componenti dei Dik Dik: il chitarrista col cappello da cowboy, Pietruccio Montalbetti, e Lallo che cantava “L’isola di Wight”. Alla Ricordi incontra Mogol che riconosce le sue doti musicali e comprende che Battisti rappresenta il cambiamento anche se non ha una grande voce. Per questo Battisti viene osteggiato da tutti, anche dalla stessa casa musicale. Mogol lo protegge e lo lancia con la canzone “Per una Vita”. Il grande successo però arriva con la sua partecipazione alla trasmissione di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni : “Bandiera Gialla”, dove si presenta con il suo foulard al collo e la sua voce graffiante, che piace tantissimo agli italiani. Nel 1968 esce “Balla Linda” che crea un’atmosfera nuova per quei tempi.
I successi di Battisti e Mogol di quegli anni rimangono in testa alle classifiche per settimane. Erano gli anni della contestazione culturale dei giovani, ma loro non si lasciano schiacciare da quella posizione culturale. Mettono al centro della canzone l’uomo con una nuova musicalità e con poesie d’avanguardia”.
“Mogol e Battisti”, ha raccontato Gravagnuolo,”entrano nel soul con il brano “L’Avventura” cantata da Battisti a San Remo nel 1969 , in coppia con Wilson Pickett”. Battisti e Mogol rappresentano la colonna sonora degli anni ’70.”Le due anime: quella poetica di Mogol e quella musicale di Battisti, si fondono in una sola anima che irraggia la loro interiorità.
Nel panorama mondiale difficilmente si riesce a trovare una coppia così solida, a parte quella costituita da John Lennon e Paul Mc Cartney e quella di Simon & Garfunkel”. Secondo Gravagnuolo Battisti era il Donovan italiano:” I suoi riferimenti erano lo stesso Donovan, Bob Dylan e Joan Baez. Nel 1964 riteneva che la Canzone Italiana andasse cambiata. Amava soltanto la voce di Bruno Martino e la Canzone Napoletana nella quale riteneva fossero racchiuse tutte le melodie” Gravagnuolo ha definito Battisti “Il Van Gogh della musica”:”Ha dedicato tutta la sua vita alla musica. E’ stata la sua grande rivalsa. Attraverso di essa si è realizzato interiormente, senza dare grande importanza all’aspetto economico. Nel 1976 si ritira dalle scene perchè ritiene di aver raggiunto la sua realizzazione interiore. Insieme alla sua donna, Grazia Letizia Veronesi, si isola da tutti. Termina il suo rapporto con Mogol e scompare. Nel 1986 si ripresenta con dei brani scritti con il poeta Panella”.
Alla fine della serata Gravagnuolo ha proposto un simpatico giochetto che ha coinvolto tutti i soci che, dopo aver ascoltato le parole iniziali di alcune canzoni di Battisti, si sono divertiti ad indovinarle.