Cava, operativa anche nella valle metelliana la legge sul biotestamento
Finalmente anche a Cava diventa pienamente operativa la legge 219 del 22.12.2017, in vigore da gennaio 2018, che va sotto il nome di “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”, più semplicemente conosciuta col nome di “biotestamento”, la quale consente ai cittadini di disporre del proprio fine vita.
Il Comune, infatti, ha affisso un manifesto con il quale la cittadinanza viene informata della possibilità di depositare presso l’Ufficio di Stato Civile la “DAT – Disposizione Anticipata di Trattamento”, la quale prevede appunto «la possibilità per ogni persona di esprimere la propria volontà in materia di trattamenti sanitari nonché il consenso o il rifiuto su accertamenti diagnostici, scelte terapeutiche, singoli trattamenti sanitari, e il diritto di ogni persona di conoscere le proprie condizioni di salute, e di essere informata in modo completo, aggiornato e a lei comprensibile riguardo alla diagnosi, alla prognosi, ai benefici e ai rischi degli accertamenti diagnostici e dei trattamenti sanitari indicati nonché riguardo alle possibili alternative e alle conseguenze dell’eventuale rifiuto del trattamento sanitario e dell’accertamento diagnostico o della rinuncia al medesimo».
Esattamente un anno fa, il 12 febbraio 2018, su questo giornale venne pubblicato un articolo sulla entrata in vigore di questa legge la quale finalmente detta regole semplici e chiare su una questione dibattuta da decenni, e cioè il diritto di ciascun cittadino di disporre in anticipo a quale trattamento desidera essere sottoposto in caso di successiva grave e inguaribile malattia che lo renda inabile a disporre se sopravvivere in quelle condizioni estreme oppure porre fine a qualsiasi trattamento che artificialmente lo tenga in vita, accelerandone così la fine.
Tantissimi sono le persone che hanno dovuto lottare per decenni per vedersi riconosciuto il diritto di porre fine dignitosamente alle condizioni vegetative alle quali il destino le aveva costrette; citiamo solo, a titolo di esempio, i casi di Eluana Englaro, che riuscì solo con una sentenza della Corte di cassazione dell’ottobre 2016 a porre fine, dopo circa un quarto di secolo, a una vita vegetativa a causa di un tragico incidente stradale del 1992; oppure quello di Piergiorgio Welby, che aveva contratto una grave forma di distrofia facio-scapolo-omerale all’età di dodici anni e che, nonostante i suoi pressanti appelli per porre fine alla sua vita quasi vegetale, riuscì a farlo solo a dicembre 2006, all’età di 61 anni dei quali circa quaranta trascorsi immobilizzato a letto; l’ultimo, in ordine di tempo, il caso del Dj Fabo – Fabiano Antoniani, divenuto cieco e paraplegico nel giugno 2014 in seguito ad un incidente stradale, che solo a febbraio 2017 è riuscito ad ottenere, in Svizzera, accompagnato dalla fidanzata e da Marco Cappato, il suicidio assistito, per il quale Cappato è stato rinviato a giudizio per istigazione al suicidio.
L’impegno dell’Associazione Luca Coscioni è stato determinante per ottenere la regolamentazione della materia, che per decenni non è stato possibile fare, a causa della strenua opposizione di tanti per ragioni ideologiche e di fede; con questa legge finalmente chiunque può disporre del suo fine vita: una svolta di civiltà che purtroppo viene comunque ancora aspramente avversata, alla stregua della legge sull’aborto legale, ed è prevedibile che per anni anche la legge sul “biotestamento” verrà bersagliata da quanti la ritengono un veicolo per facilitare l’eutanasia e il suicidio.
Chi è interessato può rivolgersi all’Ufficio dello Stato Civile presso i Servizi Demografici, in Via della Repubblica 9, previo contatto telefonico con i numeri 089.682501 – 089.682509 – 089.682621 – 089.682636.