Servalli, Sindaco mio… l’inferno di via De Filippis
Quando, qualche decennio fa, giovincello con il pallino del giornalismo, abbeverato all’Espresso diretto all’epoca da Eugenio Scalfari, ebbi la fortuna di entrare in contatto con una icona del giornalismo campano, Giovanni Zoppi, nocerino come me, che era giornalista de “Il Mattino” di Napoli, e aveva creato l’unico giornale dell’agro nocerino allora esistente, il glorioso “Risorgimento Nocerino”, e incominciai la mia “carriera” di “giornalaio”, come qualcuno dispregiativamente mi appellava, scrivendo del più e del meno sulla mia città natale, un po’ come faccio adesso per la città che mi ha adottato, il Cavaliere Zoppi, che ci teneva, bontà sua, alla mia fitta collaborazione, mi suggerì di essere meno formale, meno professionale, meno scolastico, e intraprendere con le Istituzioni, specialmente quelle locali che mi dilettavo a punzecchiare, un rapporto giornalistico più diretto, più amicale, che, a suo dire, avrebbe ottenuto lo stesso effetto, e cioè niente, da parte loro, ma avrebbe ottenuto l’effetto opposto di far leggere e divertire i lettori.
Nacque, allora, la rubrica “…, Sindaco mio, …” che si affiancava alle altre che lo stesso giornale pubblicava, tutte seguitissime e delle quali all’epoca non si parlava o commentava, come si fa adesso, sui “social”, allora inesistenti, ma lungo le principali strade della città, dove ci si incontrava tra noi collaboratori del “Risorgimento” e i lettori.
Questo preambolo per dirti che, il paziente Direttore Petrillo, anch’egli giornalista del Risorgimento Nocerino a cavallo tra gli anni ottanta e novanta del secolo scorso, consentendo, ho deciso di far rivivere quella rubrica ora qui a Cava, città che mi ha adottato e alla quale sono infinitamente grato, tant’è che mi sento un “cavese”, pardon “cavoto”, pardon “cavaiuolo”: non so come diavolo definirmi per non urtare la suscettibilità dell’ottimo Livio Trapanese il quale ha la fissa dell’aggettivo cittadino, e forse è meglio che mi autodefinisca “metelliano”.
E la prima puntata di questa neonata rubrica la voglio dedicare alla mia strada, Via Edoardo De Filippis, la quale, benché sopporti un traffico automobilistico cittadino veramente notevole, in quanto raccoglie parte di quello che proviene dai rioni sovrastanti, ai piedi della collina di Monte Castello, ha il tragico destino, riservatogli un dissennato sviluppo urbanistico, di essere quasi un budello che si sviluppa tra la strettoia lato Salerno, contrassegnata dal semaforo perennemente in funzione, e quella lato Napoli con la quale inizia la successiva Via Luigi Ferrara, che anch’essa inizia con una specie di collo d’imbuto determinato da un fabbricato di antica costruzione, più volte ammodernato, per accedere al quale non solo c’è un portone su via Aniello Salsano, ma c’è pure una scaletta proprio nel punto più stretto dell’imbuto.
In Via De Filippis la situazione del traffico automobilistico non è mai stata brillante, nel senso che problemi ce ne sono sempre stati, anche negli anni precedenti, proprio a causa di queste due strettoie. Purtroppo, si è notevolmente aggravata da quando è stato inaugurato il Trincerone-sottovia che ha determinato un maggiore intasamento in corrispondenza della immissione di Via Carillo sulla SS.18, nonché dall’apertura delle bretella denominata Viale Massimiliano Randino che, poco distante dall’ex inceneritore, “mena” a Nocera Superiore.
Il persistente blocco del traffico all’inizio del “fagiolo” (la rotatoria di fronte a Villa Alba), infatti, induce gli automobilisti a spostarsi su Via De Filippis, per andare verso Santa Lucia e verso Nocera, e ad immettersi su Via Luigi Ferrara; con la conseguenza che Via De Filippis è quasi sempre ingolfata, e analogamente lo è Via Luigi Ferrara, specialmente nella parte iniziale, vale a dire in corrispondenza della purtroppo “famosa” strettoia. Vi sono giornate e orari in cui pensare di accorciare i tempi utilizzando Via De Filippis e Via Ferrara è una pura illusione.
Questa situazione è sempre stata ben nota a tutte le amministrazioni, e alcune sono anche intervenute tentando di creare i presupposti affinché i disagi sopportati dagli abitanti delle due strade e dagli automobilisti diminuissero, purtroppo senza riuscirci.
In più occasioni, infatti, si è tentato di attuare sensi unici sia per Via De Filippis, sia per Via Ferrara, sul presupposto che per un automobilista percorrere qualche chilometro in più per snellire il traffico non costituisse un grosso disagio; purtroppo nessuno ha avuto la “fortuna” di riuscirci in quanto tutti i tentativi hanno sempre trovato forti ostacoli da parte di alcune categorie di cittadini, principalmente da parte dei commercianti i quali sono sempre portati a contestare ed opporsi ad ogni tentativo di modifica delle abitudini, sul presupposto che anche la istituzione di un senso unico li danneggi comportando una riduzione degli affari.
Purtroppo è nota la mentalità di alcune categorie, tra le quali quella dei commercianti, di non guardare al di là del proprio naso, sempre timorosi di ridurre i loro affari. E non ricordano, i medesimi, che allorquando, molti anni fa, qualche amministratore avviò il discorso di pedonalizzare Corso Umberto, poco mancò che scoppiasse una rivoluzione, per l’acerrima opposizione proprio dei commercianti, che temevano danni economici rilevanti derivanti dalla impossibilità, per gli automoboilisti, di fermare le loro auto dinanzi ai vari negozi.
Salvo, poi, qualche anno dopo, a riconoscere che quella decisione, tanto ostacolata, si è rivelata per essi una fortuna in quanto, proprio grazie all’abolizione del traffico automobilistico sul corso porticato, c’è stato sullo stesso un fiorire di iniziative commerciali e di intrattenimento: fecero bene, quindi, le varie amministrazioni cittadine a tener duro, e avrebbero fatto bene se avessero tenuto duro anche per i sensi unici di Via De Filippis e di Via Ferrara.
E allora, Sindaco mio, perché non verificare se tempi sono maturi per avviare un nuovo discorso con quelli che all’epoca si opposero tenacemente ai sensi unici? Può darsi che qualcosa sia cambiato, che pure gli acerrimi contestatori di allora si siano ricreduti, che almeno sperimentalmente qualche verifica si possa fare.
Io sono fiducioso che, cambiando i tempi e le circostanze, cambi pure la mentalità di tanta gente.
E allora, Sindaco mio, datti da fare, e ti prometto che rimarrò tuo sostenitore, come tanta gente mi accusa di essere.
Che se poi trascurerai questa mia pressante sollecitazione, non ti dovrai poi rizelare se da tuo sostenitore diventerò tuo detrattore!
17.04.2019 – By Nino Maiorino – E’ stata per me una piacevole sorpresa apprendere che anche il Direttore Petrillo collaborò, a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, al glorioso Risorgimento, fondato da Giovanni Zoppi alla cui morte subentrò il Cav. Vittorio Caso che lo portò avanti fino alla sua morte.
17 aprile 2019 – By Nino Maiorino – Ricorderà, quindi, anche Cassandrino e Peppino Natale, due figure storiche di Nocera e dell’Agro, che tormentavano i malcapitati loro bersagli con battute e vignette massacranti, ma da tutti accettate con intelligente distacco: se avessero replicato sarebbe stato anche peggio, per loro ovviamente!