scritto da Nino Maiorino - 23 Giugno 2018 12:43

In giro per la città… e le cose che non vanno

foto Gabriele Durante

Le notizie, nazionali e locali, si accavallano a ritmo tanto frenetico che non fai in tempo a programmare un commento che devi immediatamente rivedere la scaletta.

Ma a livello locale a Cava la situazione è abbastanza stabile, ed è più facile, quindi, stare dietro alla ridda di notizie che quotidianamente si accavallano e che, in questo momento, vertono principalmente sul problema della sicurezza del territorio, con tutto ciò che lo pone in evidenza e ne consegue: la polemica sugli extracomunitari o simili vaganti anche da noi, gli incomprensibili incendi a negozi, bar, esercizi commerciali vari, che si susseguono, e che fanno purtroppo comprendere che Cava sembra divenuta una terra di frontiera, una città oramai allo sbando, priva del sistematico controllo preventivo del territorio relativamente alla criminalità organizzata la quale, checché ne dicano Sindaco, Assessore alla sicurezza e Comandante della Polizia locale, è del tutto inesistente; basta ricordare gli ultimi due episodi di fine settimana, vale a dire la bomba piazzata al bar di Viale Crispi, e la contemporanea sventagliata di colpi di arma da fuoco alla pizzeria di fronte al trincerone.

I cavesi sono preoccupati, frastornati, in parte increduli e votati ai fatalismo, e l’atteggiamento della amministrazione cittadina, la quale sembra fingere che tutto vada bene, certamente non aiuta né direttamente, né indirettamente; continuare ad affermare, in presenza dei tanti episodi criminali che si susseguono, che la città è sicura e che è tutto sotto controllo è un atteggiamento stupido ed autolesionistico.

La Polizia municipale è del tutto assente, le altre Forze dell’ordine fanno quello che possono, ma quasi sempre intervengono dopo le azioni criminali e nemmeno loro hanno il territorio sotto controllo; e la recente notizia del sequestro di un bene immobile in città ad un noto esponente della criminalità, fa comprendere meglio di qualunque altra cosa, come sia messa veramente Cava. E se qualcuno ancora si illude che Cava sia rimasta un’isola felice, probabilmente vive in un altro momdo.

L’altro giorno ascoltavo dalla mia radio preferita l’intervista fatta al Presidente di una organizzazione che raggruppa migliaia di Associazioni di civili impegnati, appunto, nel controllo discreto ma efficace del territorio in centinaia di comuni italiani da parte di semplici cittadini che hanno la solo incombenza di guardarsi intorno con molta attenzione, drizzare le antenne come ho sostenuto altre volte, consultarsi tramite telefonino con altri cittadini e avvertire immediatamente Polizia, Carabinieri o Vigili urbani al minimo sospetto di anomalia; nessuna ronda, nessun atteggiamento alla “Rambo”, solo un pochino di attenzione e qualche telefonata, e più si è defilati più il controllo risulta efficace.

Mesi addietro anche a Cava, in località S. Anna, era stata avviata una iniziativa del genere, ovviamente preceduta da una propaganda autocelebrativa e, ovviamente molto criticata dall’amministrazione cittadina. Risultato zero o quasi: mancanza di volontà da parte dei cittadini? mancanza di organizzazione da parte dei promotori? non si sa, nei fatti sembra che proprio quella località venga pesantemente presa di mira con furti effettuati o tentati.

In merito agli extracomunitari o intracomunitari, nulla di nuovo; pure a Cava si notano nuove presenze accanto a quelle già esistenti da anni ai semafori, dinanzi ai supermercati, qualcuna, sporadicamente, sotto i portici; ora tali presenze, quanto meno strane, sono aumentate, e anche se non invadono le strade, comunque girano per la città, si guardano intorno; non si vuole affatto automaticamente collegare gli episodi criminali a tali presenze, ma si percepisce che qualcosa non va, e i cittadini hanno paura, e la polemica sui 160.migranti che il Comune avrebbe dovuto accogliere non si è mai sopita, ed ha aumentato il senso di incertezza della popolazione; al momento dei 160 nuovi arrivi non si è saputo più nulla, ma chi controlla che a Cava non giungano alla chetichella persone di cui non si sa nulla?

E allora, tra delinquenza di alto bordo (abbastanza defilata) e di piccolo cabotaggio (piuttosto attiva negli ultimi mesi), racket delle estorsioni (che molti assicurano inesistente in città), un presunto racket della panificazione (che sembra da qualche tempo fiorente), il riciclaggio di capitali di dubbia provenienza che ha determinato il proliferare di esercizi commerciali di sola copertura specialmente nel settore dell’abbigliamento (che hanno sostituito, specialmente nel centro storico, i vecchi esercizi commerciali dell’abbigliamento noti in tutta la regione), fa percepire come questa città sia diventata una terra di frontiera, abbandonata a se stessa, con l’aggravante che tutti coloro che dovrebbero essere più attivi nel settore fanno a gara a gettare acqua sul fuoco, recitando il solito ritornello: tutto bene signora marchesa!

In conclusione, nel mentre nelle città del circondario sembra che, dal punto di vista della sicurezza, non vi siano grosse novità, qui a Cava, come di consueto, ci si distingue, nel bene (con molta parsimonia) e, specialmente negli ultimi tempi, nel male.

Ma anche in altri comparti la città mostra segni di cedimento; nel settore dei rifiuti, ad esempio, non è che la città sia messa proprio benissimo; certamente non la si può paragonare ad altre limitrofe realtà, ma comunque si percepisce una pesantezza nel servizio, da ascrivere anche, purtroppo, al persistere di cattive abitudini di molti cittadini,  ancora restii a rispettare con scrupolo le date e le ore di conferimento, purtroppo anche faciloni nella differenziazione, tant’è che appena qualche giorno addietro l’Assessore del ramo ha dovuto diramare un comunicato di esortazione a differenziare meglio, visto che persino nell’umido vengono trovati sempre più spesso altri tipi di rifiuti.

E anche in questo settore vi sono notevoli differenze tra le zone centrali e quelle periferiche, nel senso che, per dirla col vecchio adagio, “se Atene piange, Sparta non ride”; proprio qualche giorno fa attenti cronisti hanno fotografato cumuli di rifiuti stipati da tempo in caditoie ai lati dei parcheggi del trincerone, segno di come siano sporcaccioni coloro che in quelle trincee hanno gettato ogni ben di Dio, ma pure la manifesta superficialità di coloro che effettuano la raccolta e che da mesi non si sono mai preoccupati di rimuoverli. Ed è evidente che le periferie soffrano maggiormente rispetto al centro, in quanto sono più trascurate, basta fare un rapido giro delle frazioni per rendersi conto;  per non parlare di zone di estrema periferia: qualche giorno fa altri cronisti hanno evidenziato che la strada che collega Cava a Pellezzano sembra diventata una discarica a cielo aperto, tant’è che qualcuno ha invocato il coinvolgimento dei due Comuni per fare una radicale pulizia della zona.

Sulla circolazione degli autoveicoli nulla di nuovo, pesante era la situazione prima dell’apertura della grande rotatoria che va da Piazza San Francesco alla stazione ferroviaria, e prima dell’inaugurazione della bretella che bypassa Piazza San Francesco, ancora più pesante è adesso, e si aggraverà sempre di più se il Comune non si deciderà ad realizzare almeno la prima parte dei lavori per dirottare il traffico veicolare “di attraversamento” da/verso la località Santa Lucia, per poi immetterlo nella variante che dall’ex inceneritore porta verso Nocera Superiore, e poi proseguire per Scafati; a tal proposito fu pubblicato un mio dettagliato articolo all’inizio di febbraio di quest’anno.

Ma la lentezza che purtroppo distingue le cose italiane si evidenzia anche qui da noi; ci sono voluti circa quarant’anni per realizzare la parte iniziale del progetto varato all’epoca dell’amministrazione Abbro, chi sa quanti altri decenni si dovrà attendere per completare il tutto; frattanto il traffico si imbottiglia nella zona della stazione ferroviaria, lo smog cresce sempre di più, le malattie respiratorie, complice anche tale smog, aumentano, e la cittadinanza soffre; un celebre pneumologo cavese, che oggi dirige tutti i comparti di patologia respiratoria dell’Asl della nostra Provincia, ad una specifica domanda, rispose che chi può dovrebbe andare via da Cava per stare meglio: e si riferiva anche all’inquinamento dell’aria per effetto dei gas di scarico la cui concentrazione è aggravata anche dal traffico dell’autostrada che attraversa la città.

E a tal proposito non sono da sottovalutare discariche sparpagliate su tutte le colline del circondario, che sembrano contenere materiali altamente dannosi per la salute, tant’è che ancora oggi non sono ben chiari le ragioni di alcune malattie che si sospetta abbiano origine proprio da quei materiali sepolti in giro.

Non voglio dilungarmi oltre, ricordo solo che la scadenza naturale dell’attuale amministrazione matura tra circa due anni; se, oltre alla tante cose buone, specialmente nella sistemazione delle tante questioni sospese rivenienti dalla precedente amministrazione, e l’abbellimento di alcune zone cittadine, il sindaco Servalli porrà mano alle due questioni più sentite, vale a dire la sicurezza e il controllo del territorio e l’avvio del completamento del Trincerone-sottovia, potrà bene aspirare ad un secondo mandato; ma in entrambi dovrà affrontare di petto le situazioni, prescindere da mestieranti che, per sostenerlo, lo condizionano, farsi affiancare da veri esperti, e mostrare alla città una grinta che, tranne che in rari casi, purtroppo finora non si è vista.

Lo farà? Speriamo di si.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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