Cava, il muro di gomma del Sindaco Servalli: gioviale, disponibile ma bravo anche… a non fare nulla
Sempre più spesso mi frulla in testa un pensiero, e più giorni trascorrono più è ricorrente: ma il Palazzo comunale della nostra città è costruito in muratura, oppure con materiale speciale che si allarga e si restringe a guisa di una sostanza ammortizzante?
Non sono diventato pazzo, poi vi spiego il motivo di questo assillo.
Confesso il mio peccato, da qualche tempo ce l’ho col sindaco Servalli, simpatico, gioviale, disponibile (almeno così sembra) ad ascoltare consigli e suggerimenti da parte di tutti …salvo poi a fare come dice lui, e questo mi sembra legittimo, oppure a… non fare nulla, e questo proprio non va.
Tante sono le negatività di questa amministrazione, che io ho sempre difeso quando andava fatto e criticato, in senso costruttivo, quando era dovuto, e non tanto per la quotidianità amministrativa, che pure è importante e per la quale Servalli e la sua amministrazione si sono molto impegnati, ma per le prospettive della futura città, per le quali sembra che questa amministrazione abbia fatto ben poco, vivendo di rendita sulle opere avviate dai precedenti Sindaci (e ne abbiamo avuto di validi anche dopo Eugenio Abbro), ma nulla mettendo in cantiere per ulteriori opere importanti: una per tutte il completamento del trincerone-sottovia che si è fermato al primo stadio e, nonostante qualche progetto messo in cantiere dai tecnici di Via Schreiber, sembra tutto fermo, e questo pure se il Governatore De Luca abbia pubblicamente assicurato il suo sostegno e gli adeguati finanziamenti.
Francamente c’è in me (e probabilmente in tanti cittadini) grande delusione, perché sembra che tutte le istanze, i suggerimenti, le idee che la cittadinanza, tramite noi umili cronisti, porta al “Palazzo”, cadano costantemente nel vuoto.
Ma non è dei cosiddetti “massimi sistemi” degni di Galileo Galilei che voglio parlare, bensì di questioni banalissime, terra-terra, ma che si aggravano sempre di più proprio per l’inerzia di questa amministrazione a recepire le istanze di coloro che rischiano la vita per la loro imprudenza ma anche per l’indolenza del Comune.
Giovedì 21 novembre un brutto incidente automobilistico è avvenuto in Via Edoardo De Filippis, nella strettoia regolata dalla coppia di semafori, esattamente all’altezza del villino del civico 36: una autovettura, evidentemente per eccesso di velocità e per la scivolosità del fondo stradale, ha slittato, ha sfiorato un’altra autovettura e, fortunatamente per l’occupante, si è adagiata su un fianco: l’imprudente guidatore se l’è cavata solo con molto spavento.
Il giorno successivo, venerdì 22 novembre, analogo incidente automobilistico si è verificato in Viale degli Aceri, in prossimità dell’incrocio con Via Gino Palumbo, di fronte alla Villa Shwerte.
Orbene, nel mentre il secondo incidente è stato causato dall’imprudente comportamento della donna alla guida, che sembra sia uscita da una proprietà privata a marcia indietro nel mentre era intenta ad una “improcrastinabile” telefonata, comportamento che avrebbe potuto provocare anche gravi danni agli occupanti dell’altra vettura, diverso è il caso di quello del giorno precedente in Via Di Filippis.
Più volte, e non solo da me, è stata segnalata all’Amministrazione comunale che Via De Filippis, strada ad intenso traffico in molte ore del giorno, è un budello tra la piazzetta di Via Atenolfi e la strettoia di Via Luigi Ferrara, anche perché il tratto iniziale della strada ha una strettoia, regolata dalla coppia di semafori, che regolano (o dovrebbero regolare) il traffico alternativamente nei due sensi di marcia.
Ma è abitudine diffusissima tra gli incoscienti automobilisti di rispettare (si fa per dire) con molta elasticità il semaforo, in entrambi i sensi di marcia; l’abitudine più diffusa è che non solo si fa finta di non vedere il giallo, che sta (starebbe) ad indicare che occorre fermarsi, ma di non vedere nemmeno il successivo rosso, che impone (imporrebbe) lo stop immediato; accade quindi che, se una vettura fa finta di non vedere il rosso e a velocità sostenuta si avventura nella strettoia, certamente si trova di fronte un’altra autovettura che sta transitando col semaforo verde; a quel punto o entrambe le vetture si fermano, cercando di scansare un impatto, oppure, se una di esse viaggia a velocità sostenuta (com’è certamente capitato il 21 novembre), l’impatto è assicurato, ed è una fortuna che quel giorno non ci siano stati feriti o qualche morto.
Probabilmente la nostra efficiente Amministrazione comunale sta aspettando proprio qualcosa di veramente grave per decidersi ad intervenire drasticamente, e ricordo che più volte è stato suggerito di adottare sensi unici sia in Via De Filippis sia in Via Ferrara e sul ponte di via Dei Fabbri (dalla Farmacia Cammarota verso la SS.18) quale unico sistema per risolvere quasi tutti i problemi.
E da tener presente che da qualche anno il traffico di Via De Filippis e di Via Ferrara è notevolmente aumentato a seguito dell’apertura di Via Riondino che dall’ex inceneritore porta a Nocera Superiore; gli automobilisti trovano più comodo usare il percorso Via De Filippis, Via Ferrara, Palaeventi, Via delle Arti e Mestieri, rotatoria di Padre Pio a S. Lucia, proseguire per l’ex inceneritore e immettersi, poi, su Via Riondino, anziché percorrere la SS. 18 costantemente intasata.
Ed è anche in considerazione di ciò che ancora una volta sollecito il sindaco Servalli e la sua Amministrazione a fare un atto di coraggio e disporre la circolazione a senso unico che, più volte studiata anche a tavolino, sembra la più idonea a risolvere molti problemi, primi fra tutti quelli collegati alla sicurezza di pedoni e automobilisti.
A questo punto mi illudo che finalmente il “Palazzo di Città” sia costruito in muratura, e non, come sembra essere stato finora, in materiale gommoso ed elastico, un muro di gomma che ammortizza le “grida di dolore dei cittadini” e le restituisce attutite.
“Spes, ultima dea”.