Sono trascorsi solo tre giorni dalla polemica tra il Sindaco Servalli e l’avv. Alfonso Senatore in merito all’avvenuta presentazione dell’Associazione “I sorveglianti per la sicurezza del casale S. Anna”, oggetto del precedente mio articolo.
I timori e le paure della popolazione, specialmente degli abitanti delle periferie e delle frazioni, checché ne dica il Sindaco Servalli, sono purtroppo confermati quotidianamente da episodi delinquenziali, più o meno gravi, che ci affliggono e che danno ai cittadini la percezione di un pericolo costante al quale tutti siamo esposti.
A conferma di ciò, l’ultimo gravissimo episodio si è verificato sabato notte, e ieri è stato ampiamente riportato nella cronaca della stampa locale.
Nella notte tra sabato 14 e domenica 15 gennaio, nella frazione di Santa Lucia, in località Starza, ignoti ladri hanno preso di mira una villa isolata, composta da due abitazioni occupate da padre e figlio. I malviventi, sembra quattro stranieri, dopo aver divelto le inferriate di una di esse, sono entrati ed hanno scardinato una cassaforte dalla parete; ma il padre, che occupa l’abitazione contigua, sentendo i rumori, si è armato di fucile, legalmente detenuto, ed ha esploso in aria dei colpi per intimorire i malviventi che sono scappati con la cassaforte, non riuscendo a portare via altri beni, compreso, sembra, un armadio blindato nel quale, come regolamentato, erano custoditi fucili da caccia.
Ma la fuga dei ladri è stata di breve durata e solo momentanea in quanto, dopo l’intervento ed i rilievi da parte della Polizia, andati via i poliziotti, i malviventi sono tornati alla carica, prendendo di mira un’altra villa vicina, sul presupposto che fosse disabitata; ma la presenza e l’allarme dato dagli occupanti, ha li ha messi definitivamente in fuga.
Orbene, questo gravissimo episodio mi dà lo spunto per fare qualche ulteriore considerazione, in aggiunta a quelle scritte nel precedente articolo.
Prima di ogni altra cosa: sembra che il Sindaco Servalli non abbia ben chiara la situazione della sicurezza a Cava, probabilmente impegnato in altre attività che lo distolgono; ma la gente ha paura, gli episodi di micro e macro criminalità sono quotidiani, e molti di essi fanno sorgere il sospetto che la “manovalanza” criminale sia coordinata da qualcuno che certamente conosce il territorio e fornisce adeguate indicazioni. Comprendo bene che il ruolo istituzionale gli suggerisce di gettare acqua sul fuoco per rassicurare i cittadini, ma ciò contribuisce ad aumentare la sfiducia degli stessi nei confronti dell’amministrazione cittadina e delle Forze dell’ordine, che non vengono viste come un presidio di controllo e tutela del territorio, ma solo come una specie di “pronto soccorso” che interviene quando il danno già avvenuto.
Ancora: nello specifico episodio fa riflettere che i delinquenti abbiano atteso che le acque si calmassero, che i poliziotti andassero via, per tornare alla carica in un’altra abitazione.
Siamo al paradosso dei malviventi che controllano il territorio, aspettando che si liberi dalla presenza dei poliziotti per poter tronare alla carica nella stessa zona.
Altra considerazione: se è vero, come si ha motivo di temere, che il territorio è controllato da criminalità locale che indirizza la “manovalanza”, con la carenza delle FF. OO. e anche della Polizia locale, non deve essere vista come una stranezza che il crimine sia contrastato da vigili cittadini ai quali non viene richiesto di fare da scudo umano nei confronti del capoccia locale o dei delinquenti, ma solo di prestare attenzione, guardarsi intorno, comprendere la realtà che lo circonda e segnalarlo riservatamente.
E’ un’azione meritoria che non costa nulla e che potrebbe avere buoni risultati per la sicurezza di tutti: e non dovrebbe essere contrastata, ma anzi sostenuta sia dall’Amministrazione cittadina, sia dalle stesse FF. OO. (foto Angelo Tortorella)