scritto da Manuel Senatore - 05 Aprile 2022 10:10

Cavese, non vogliamo più esplosioni… vogliamo finalmente crescere

Cavese, non vogliamo più esplosioni… vogliamo finalmente crescere

foto tratta da profilo fb Cavese

Minuto 78. L’atmosfera del Simonetta Lamberti è impregnata di gioia, tensione, concentrazione come mai successo durante l’arco temporale di questo campionato (siamo alla 31a giornata). Oltre tremila persone sono accorse allo stadio per sostenere la Cavese nel decisivo scontro contro la capolista Gelbison.

Tante persone, tante donne, tanti bambini. Mentre la partita impattava su un inutile (ai fini della classifica) 0-0, quella magica atmosfera è stata interrotta bruscamente con uno scoppio, violento e improvviso. Una bomba carta esplode, conseguente ad essa divampa anche il panico.

Nell’esplosione, una persona rimane gravemente ferita e nel tumulto generale viene accompagnata in ospedale. Ora, quest’articolo non intende chiedersi chi, come e quando sia successa questo grave incidente. Vuole interrogarsi sul “perché” sia successo, analizzando i motivi di fondo che spingono ancora ad usare esplosivi all’interno degli stadi.

La tifoseria cavese è conosciuta e rispettata ben lontano dai nostri confini, gode di ottimi numeri per l’attuale categoria (Serie D, ndr), ma quel che traspare ancora di più è la passione che trasuda da ogni tifoso, quasi percepibile al tatto durante le partite. Oltre ciò, bisogna ricordare gli innumerevoli messaggi positivi lanciati dagli stessi, come raccolte di beneficienza o commemorazioni di vari tifosi e non.

Ci siamo sentiti tutti quanti parte lesa quando, ad esempio, la nazionale italiana è stata eliminata dalla modesta Macedonia del nord negli spareggi mondiali. E tutti insieme abbiamo accusato il sistema calcio, definendolo come retrogrado, povero e non comparabile ad altri Paesi. Bisogna comprendere, però, che la stessa tifoseria è parte integrante, seppur corpo a se, del tanto vituperato sistema, quindi con questi comportamenti non andremo di certo incontro ad una crescita e ad uno sviluppo.

Perché, dunque, esprimere il proprio tifo usando ancora queste modalità, come l’uso di bombe carta, mentre si vive la partita? Non è ormai una pratica superata questa, appartenente agli anni passati?

Tra l’altro, il danno si ripercuote innanzi tutto ma non solamente sulla pelle della vittima in questione, ma anche sulla società stessa, costretta a dover pagare una multa, oltre che ai medesimi supporters, che con ogni probabilità vedranno negarsi l’accesso allo stadio per almeno una giornata.

La mia domanda diventa dunque una richiesta di maturità per tutti coloro che vanno fieri di Cava, della sua squadra e della sua tifoseria: facciamo questo level-up, un salto di qualità, cresciamo insieme come comunità, come persone, come società e cerchiamo di fare a meno di questi atti che oltre a costituire un pericolo per le persone vanno a ledere l’immagine di una squadra, di una tifoseria, che invece meriterebbe solo applausi e riconoscimenti.

Auguriamo, in ogni caso, una pronta guarigione a chi è rimasto gravemente ferito dall’esplosione e a chi è stato coinvolto nella spiacevole, successiva bolgia di ieri, auspicando che tutti possano tornare ad esprimere con gioia il proprio tifo.

Universitario, laureato in Economia e Management, speaker radiofonico, giornalista in erba, un futuro ancora tutto da scrivere ma con grandi idee in sottofondo

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