San Pietroburgo, in mostra all’Ermitage i reperti di Pompei e Stabia
Si intitola “Dei, Uomini Eroi. Dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli e dal Parco Archeologico di Pompei ” la mostra che verrà inaugurata il prossimo 18 aprile al Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo e che vedrà l’Italia presente come ospite d’onore, a conferma dello stretto fil rouge che lega il Belpaese alla Russia in ambito culturale.
Promossa dal prestigioso Museo russo in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) e con il Parco Archeologico di Pompei, la mostra è frutto di un accordo di collaborazione sottoscritto nel 2017 tra le due Istituzioni campane e l’Ermitage. L’annuncio fu dato lo scorso 18 novembre alla presenza del Ministro italiano per i Beni e le Attività Culturali Alberto Bonisoli, del viceministro russo alla Cultura Alla Manilova, del direttore del Museo Statale Ermitage Mikhail Piotrovsky, di Paolo Giulierini direttore del Mann-Museo Archeologico Nazionale di Napoli e di Massimo Osanna, all’epoca direttore del Parco Archeologico di Pompei.
Saranno esposte quasi 200 opere tra affreschi, statue, mosaici e oggetti di uso comune, selezionati nelle straordinarie collezioni dei due siti, per raccontare l’arte, la storia e la quotidianità dell’antica città romana di Pompei che, con la sua repentina e tragica distruzione, ha consentito di preservare e restituire ai posteri capolavori d’arte e testimonianze di vita e cultura unici. Tra i reperti provenienti dal Parco Archeologico di Pompei: l’affresco Dioniso e Arianna a Nasso dalla Casa del Bracciale d’oro, il cameo in vetro Bacco e Arianna da Casa di Marco Fabio Rufo, la statua Vittoria/Nike da Torre Annunziata, Villa di Poppea e un Oscillum decorato su entrambe le facce da Casa degli Amorini dorati.
Ma in trasferta in Russia non andrà soltanto Pompei, anche i reperti di Stabia saranno in esposizione all’Ermitage. L’affresco “Nereide su pantera marina” e lo scaldaliquidi in bronzo, con rubinetto a testa di leone e tre cigni ad ali spiegate sui bordi, provengono da Villa Arianna, una delle due meravigliose ville d’otium che compongono il complesso degli scavi di Stabia.
Un segnale evidente della rilevanza del patrimonio storico e culturale di Castellammare nel mondo, un patrimonio sul quale si sta lavorando con riferimento a importanti progetti di valorizzazione in sinergia con il Parco Archeologico di Pompei.
La trasferta russa è stata l’occasione per risollevare una questione di non poca rilevanza che riguarda il Comune di Castellammare di Stabia, ovvero l’urgenza e la necessità di aprire il Museo di Stabiae a Quisisana e poter nuovamente riesporre al pubblico l’intera collezione archeologica stabiana, negata all’utenza dal 1997.