scritto da Carlotta Catone - 21 Dicembre 2023 15:05

Differenze tra patriarcato e maschilismo

La cultura patriarcale è il grande insieme storico-politico che ha prodotto la mentalità maschilista caratterizzata da atteggiamenti misogeni. La definizione di cultura patriarcale si è allargata nel corso della storia e non identifica più un modello di società familiare, bensì un dogma sociale, un format

Dalle ultime situazioni di femminicidi, specialmente quello di Giulia Cecchettin ( a questo link l’articolo: Se domani non torno distruggi tutto) che, grazie alle parole della sorella, ha aperto il vaso di Pandora, si sta parlando sempre più di società patriarcale e di maschilismo.

C’è però un po’ di confusione in giro su questi due termini che, spesso, sono usati per definire la stessa situazione quando non è così.

Il termine patriarcale è stato usato la prima volta nel 19˚ secolo dagli antropologi per definire il modello familiare patriarcale dove la figura del pater familias, il padre, il nonno, l’uomo più anziano, era la figura che comandava la casa.

Il modello della famiglia patriarcale è ovviamente contrapposto a quello della famiglia matriarcale.

Con il termine maschilismo, invece, si stanno ad indicare tutti quei tipi di atteggiamenti misogeni, ovvero quegli atteggiamenti che mirano a suggerire una supremazia dell’uomo nei confronti della donna.

La cultura patriarcale è quindi il grande insieme storico-politico che ha prodotto la mentalità maschilista caratterizzata da atteggiamenti misogeni. La definizione di cultura patriarcale si è allargata nel corso della storia e non identifica più un modello di società familiare, bensì un dogma sociale, un format al quale attenersi; una cultura, appunto. È questo tipo di cultura ad aver prodotto quegli atteggiamenti maschilisti visibili dalle piccole cose (che poi piccole non sono mai) ad esempio frasi tipo: “tu sei femmina non puoi farlo”, “comportati da signorina”, “aiutami a sparecchiare che tuo fratello è stanco”; ma queste “piccole cose” sconfinano in atteggiamenti enormi come femminicidi, abusi sessuali, violenze e maltrattamenti domestici.

Questi fatti sono solo alcuni minimi esempi di un mondo di atteggiamenti misogeni che quotidianamente circonda noi tutte e tutti. La cultura patriarcale è pero molto di più di questo. Siamo tutte e tutti vittime di questa cultura che si identifica nella legge del più forte, nella legge della sottomissione, nella legge della violenza. Questa è la legge del colonizzatore di chi va in un posto e sottomette i suoi abitanti, è la legge del bianco colonizzatore che ha imposto la sua cultura, i suoi valori, la sua morale e la sua religione in ogni parte del mondo e che continua a farlo.

È la legge del normodotato, di chi non si mette nei panni di una persona non abile e degli svariati problemi che questa persona affronta quotidianamente nella sua vita. È la legge dell’eteronormativa che ha posto come normale orientamento sessuale solo l’eterosessualità. È la legge razzista, abilista, omofoba e transofoba che etichetta come diverso tutto ciò che non appartiene alla “normale” divisione di uomo/ donna etero abili, preferibilmente di razza caucasica.

È ora di abbandonare questo dualismo cartesiano che vede il mondo diviso in bianco o nero e di cogliere invece quelle impercettibili sfumature di colore che siamo noi tutte e tutti. È solo attraverso l’educazione, la lettura, lo studio e un tipo di coltura aperto e inclusivo che la cultura patriarcale potrà essere definitivamente sconfitta e con essa anche i suoi atteggiamenti maschilisti.

Originaria della Campania, appena diplomata mi sono trasferita a Bologna per laurearmi in Scienze Filosofiche presso l’Alma Mater Studiorum. Ora proseguo i miei studi postuniversitari in gender studies, sempre a Bologna. Mi reputo una ragazza dinamica ed intraprendente, amo conoscere e sperimentare nuove cose. Il sapere e la cultura per me sono alla base della vita ed è proprio questo che mi spinge a scrivere e divulgare nuove informazioni. Mi piace pensare alla mia vita come una strada di profonda ricerca.

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