Da oggi al Ravello Festival 2016 brilla la tre giorni di Dimitris Papaioannou
Nel ricco cartellone di musica, danza e nuovi linguaggi del Ravello Festival 2016 brilla la tre giorni, (11 – 13 agosto) che vedrà il ritorno di Dimitris Papaioannou. Il coreografo e artista visivo, che ha entusiasmato ed entusiasma i cultori della danza e del teatro di mezzo mondo con le sue visioni, divenuto celebre per la straordinaria cerimonia d’apertura e chiusura delle Olimpiadi di Atene del 2004, giovedì 11 agosto, presenterà a Ravello la sua “Inside”.
La video installazione, per la prima volta in Italia, svelerà cosa vuol dire aprire le porte di un teatro per vederne la quotidianità e scrutarne la vita pulsante nascosta dal sipario.
Venerdì 12 agosto (ore 19) lo stesso Papaioannu salirà sul Belvedere di Villa Rufolo assieme a 26 danzatrici e danzatori campani scelti attraverso un’audizione tra centinaia di candidati tra i 18 e i 50 anni, per riproporre un estratto dal suo “Nowhere” dedicato a Pina Bausch, lavoro celeberrimo datato 2009.
Questo workshop è la prima tappa del progetto “Abballamm” che vedrà i 26 ballerini esibirsi sotto la guida di Emanuel Gat il 17 agosto e infine, dal 21 agosto al 2 settembre saranno protagonisti di uno scambio culturale con Cuba e con le coreografe della Escuela Nacional de Ballet.
L’appuntamento più atteso però, è senz’altro quello che andrà in scena sabato 13 agosto (ore 20.45) all’Auditorium Oscar Niemeyer.
A prendere vita Primal matter, performance che con il suo allestimento stravolgerà totalmente la sala disegnata dall’archistar brasiliana. Sulla scena Dimitris Papaioannou e Michael Theophanous, uno vestito e uno nudo, lottano, si abbracciano e costruiscono immagini che rinviano alle statue della classicità greca.
“È un gioco di emozioni” – dice Papaioannou per descrivere il suo lavoro – “Parla di luce e ombre, pensiero e istinto, giovane e vecchio, yin e yang, natura e coscienza; è la Grecia antica e moderna, è un uomo primitivo e uno contemporaneo, è lo scienziato e la sua ricerca, l’agonia dello sviluppo e il progresso… È un cabaret sull’esistenza. Per me è stato un ritorno alle origini quando, giovane, non vedevo nemmeno la possibilità di fare qualcosa di interessante. Era il 2012 quando nacque, nel momento clou della crisi economica greca: pensai che la cosa migliore da fare era creare il massimo col niente, nessuna scenografia, nessuna musica, nessuna storia. Nell’agonia, sviluppare la creatività”.