Obesità in Italia e gli studi del Mef
Quello che l’aumento dei prezzi alimentari produce è la tendenza di una fascia consistente della popolazione a scegliere cibo di scarsa qualità in termini nutrizionali
Il caro spesa produce obesità, non è un’affermazione scritta così per caso ma è ciò che arriva dagli Indicatori per il benessere equo e sostenibile. Indicatori inseriti tra gli allegati del Def, documento di Economia e finanza.
Sono stati descritti anche dal Messaggero che fa presente che negli studi internazionali si è sempre tenuto contro delle conseguenze dell’inflazione sulla qualità di nutrizione. Infatti, quello che l’aumento dei prezzi alimentari produce è la tendenza di una fascia consistente della popolazione a scegliere cibo di scarsa qualità in termini nutrizionali.
Nel corso del 2022 le cose sono ulteriormente cambiate, c’è stato un miglioramento rispetto ai dati del 2020, questo perché c’è stato il ritorno alla vita di tutti i giorni, le persone hanno dimostrato voglia di voler uscire e viaggiare anche se l’inflazione e comunque la crisi generata dal Covid non consente grandi spese.
Il Ministero dell’Economia ha svolto un’analisi più profonda basandosi sui dati Istat, si cerca di stimare l’indicatore Bes fino al 2026.
Se il caro prezzi continuerà nei prossimi anni, c’è il rischio di un peggioramento delle abitudini o delle condizioni alimentari nel medio periodo.
Ad analizzare sul lungo periodo gli effetti dell’inflazione e l’aumento delle persone adulte obese è Francesco Vaia, direttore Generale della prevenzione del Ministero della Salute.
Buone abitudini, anche salva tempo oltre che salva economia le conosceranno studenti e le loro famiglie partendo dalle scuole. Lì, saranno attivati dei progetti dedicati alla buona alimentazione.