L’insonnia dopo novanta giorni di Senza Governo
Ci sono frammenti che ci perdiamo e non ce ne rendiamo conto. Cadono come briciole dalle tasche. In silenzio o quasi. Ho sempre pensato, ma io sono un benpensante, che prima o poi arriva qualcuno e mette le cose a posto. Quello che ho perso, che sento che mi è caduto dalle tasche, è il senso della misura. Non lo trovo. E nessuno me lo può restituire. Guardando in giro non sono per niente il solo anzi. Se io ho perso la misura alcuni sembrano non averla mai trovata o conosciuta. Sta sconosciuta di una sera. Chissà chi è.
Nel Paese del tutti contro tutti e tutti a casa funziona così. Ti svegli una mattina e si salta sui banchi come le scimmie, famose, del grande Kubric (Odissea 2001), tanto evolute che avevano scoperto come farsi la guerra per annientarsi.
La misura delle cose e le cose della misura si sono perse. In un soffio. Perchè qualcuno ha urlato. E qualcun altro, senza manco farci caso, ma forse anche solo per schiarirsi la gola l’ha seguito.
E dopo due tanti altri ci hanno creduto. In una strana utopia: quella che bastasse mandare tutti a casa per cambiare le cose. Ma mandando tutti a casa chi ci rimane a cambiare? Altri che prenderanno il posto. Non so quando e come abbiamo smarrito il senso delle cose.
Fatto sta che gira gira urla e urla prima o poi la ragione se ne va a farsi na birra. E c’ha pure ragione. Per fortuna però che ogni tanto, ma ogni tanto, ci sta qualcuno che prova a dare na sveglia.
L’ha fatto Mattarella qualche giorno fa. Dire alt fermi tutti, non se va avanti senza benzina e senza benzinaio. Finalmente qualcuno, senza nulla da perdere, che l’ha detto e fatto.
Ovviamente pioggia, di improperi contro il simbolo, unito, del Paese.
Qualcuno ha urlato, come sempre, cose pesanti. Ma forse era solo colpa dell’alito. Spero e sono ottimista.
Adesso la palla sta al Cottarelli di turno: tocca a lui, te pare facile, fare il Governo. Da un giorno all’altro.
Mi viene in mente, e non posso farne a meno, la scena di Eduardo “Adda passa a nuttat”. Esatto e mi chiedo ma quando passa sta nottata italiana che dura venti anni?
Poco fa guardavo il PD in televisione, su carta bianca, come se quella nera fosse cattiva tanto basta scriverci sopra col bianco, e mi chiedo si ma, poi, spiccia spiccia, alla fine qual’è la soluzione?
E ritorno al senso della misura. É questa la soluzione. Perchè la misura ti fa capire che magari da soli conti meno di uno spicciolino e che se pure fai la voce grossa tanto poi è alla casa che devi pagare il conto. Ai voglia a dire che il Presidente della Commissione deve bere di meno (tra l’altro grande battuta di alto livello per rendere la politica sicuramente meno aulica e più vicina al pueblo!).
Tutto questo per dirci che alla fine la soluzione è sempre la stessa: ci basta solo un pizzico in più di responsabilità nelle cose che diciamo o pensiamo della vita comune. Pensare di uscire da un progetto chiamato Europa, di cui noi siamo fondatori ma non capaci di riconoscerlo noi per primi, è abbastanza ridicolo se pensiamo che oggi il sistema di relazioni internazionali e l’economia si reggono su un sistema di interdipendenze. Colpa dell’Europa se stiamo cosi? Si forse l’europa così come è non è sicuramente una macchina perfetta, anzi. Come tutte le cose è migliorabile e deve esserlo portando maggiore attenzione ai Paesi mediterranei. Colpa però, diciamocela tutta, anche nostra perchè siamo uno dei Paesi con il maggiore debito pubblico al Mondo. Perchè la giostra, almeno quella dove si siedono tutti, funziona poco. Ha poca benzina e i giostrai o sono vecchi o capricciosi o peggio ancora non sanno come oliare gli ingranaggi.
A Roma è una notte magnifica di fine maggio. Fa caldo ma ci sta abbastanza Silenzio. Non ci sono movimenti particolari. Verso il Quirinale sembra che l’aria sia, sembra, abbastanza serena. Domani forse ci riusciamo a vedere la Lista. Quella coi nomi, ahi loro, dei Ministri.
2.06.2018 – By Nino Maiorino – Oramai oggi è storia di ieri; preludio di quella di domani. Ma qualcuno dovrebbe ricordare, e rendere onore, a un grande uomo e grande personaggio, che si è messo a disposizione del Paese e del Presidente della Repubblica per sbloccare una situazione che sembrava avviarsi su una brutta china, ed è rimasto pazientemente in attesa che altri decidessero il loro e il nostro futuro: Parlo di CARLO COTTARELLI, grande personaggio, che probabilmente altri ci invidiano e che, a mio avviso, aveva tutti i numeri per formare un governo, e non solo di transizione.