Anche coloro i quali sembravano esser scettici e pessimisti circa il valore e l’utilizzo della Rete, nell’era del Covid-19 si sono dovuti un poco ricredere.
Nessuno, oggi, riesce a negare l’evidenza che, come la metti metti, Internet – dall’inizio della quarantena – è stato ed è un fondamentale strumento per rimanere in contatto con colleghi, amici, parenti, per farci svagare portandoci fuori dalle quattro mura di casa in cui da giorni siamo chiusi.
Per questo, suona ancora più strano oggi chi sostiene di preferire “il contatto fisico” alla video-call perché, dice, di “capire poco le nuove tecnologie”: non si tratta di capire il futuro, quanto invece di sapere vivere il Presente.
Tra le cose che questa emergenza ha sicuramente fatto c’è aver contribuito ad accelerare alcuni processi, già avviati prima, e del tutto irreversibili. Ad esempio, l’avvento della Rete nella nostra vita quotidiana in una maniera talmente incisiva che il modo in cui viviamo oggi, come impostiamo le nostre giornate, risulta molto diverso rispetto a venti anni fa.
Luciano Floridi, insegna Filosofia ed etica dell’informazione all’Università di Oxford (UK) ed è, attualmente, tra i più rilevanti intellettuali e pensatori sulla Rete e le sue molteplici implicazioni sulla dimensione individuale e, quindi, collettiva.
Tra i principali fautori del dibattito globale sulla tutela della privacy in rete, tra le sue riflessioni più note c’è il tema “infosfera” concepito come l’insieme, in una mole talmente ampia da rappresentare un pianeta, di informazioni sovrastanti a cui ciascuno, connesso alla rete, ha accesso anche in maniera involontaria.
Floridi è, inoltre, padre del concetto di “On-Life” che sta ad indicare tutto quello che ha a che fare con il nostro essere connessi alla rete. Da quando una persona apre il browser per iniziare a navigare, fino a quando, per comprare un servizio o un prodotto, comunica i suoi dati – personali – a una piattaforma web.
Considerando la vastità delle operazioni che oggi per diverse ragioni, lavorative e personali, svolgiamo su internet e tenendo conto i trend di crescita di internet (Il Cisco World Internet Report afferma che nel 2023 circa il 66% della popolazione mondiale utilizzerà internet contro il 51% del 2018), è indubbio che la nostra vita si sta progressivamente trasferendo on-line.
Ma questo se da un lato ha i suoi innegabili effetti positivi dall’altro ci presenta rischi e lati oscuri.
Da esseri pensanti, siamo chiamati a interrogarci sul “senso” di quello che ci circonda e che utilizziamo.
Nasce qui l’esigenza di un’Etica della Rete: Internet oggi ha un impatto talmente grande sulla nostra vita personale e professionale che, per il suo utilizzo, si rende necessario adottare un’etica, un sistema di norme comportamentali, che abbia come scopo la tutela dei dati e della libertà di ciascuno.
L’on-lifenon è un “nuovo” modo di concepire la realtà ma è semplicemente la rappresentazione dello stato attuale.
Ci sta ad indicare che oggi la barriera che divideva la vita reale, offline, da quella online, è venuta a cadere. Una dimensione per certi aspetti pericolosa perché foriera di con-fusione e perdita di identità.
Ma come sempre, nella storia, i cambiamenti sono difficili da digerire: e ogni cosa, come sempre, non è tutto oro luccicante ma ha sempre i suoi lati pungenti.
E non punge solamente, anzi, prepara l’avvento di un Nuovo Mondo di crescita personale e professionale. Che non possiamo lasciarci scappare.
A patto, però, di imparare a conoscere e a utilizzare la Rete e tutto quello che comporta: lati chiari e lati scuri. Senza nasconderci dietro la comoda alibi del “è troppo complicato”.
Che ci piaccia o no è il Mondo che viviamo ogni giorno.
È la nostra vita e, prima di tutto, per non sprecarla, bisogna sapere come viverla.