Non era facile prevedere il terremoto che è accaduto che nelle ultime quarantotto ore nel governo del nostro paese, sia per quel che riguarda il D.E.F., il Documento di Economia e Finanza la cui stesura è stata tanto sofferta e contrastata, sia per tutti gli altri provvedimenti sul tappeto, dal Decreto sicurezza alla vicenda della T.A.V., dalla ricostruzione del Ponte Morandi alla T.A.P., e chi più ne ha più ne metta.
Desideriamo però soffermarci unicamente sulla questione che più ha tenuto preoccupati i cittadini, i tecnici e l’Unione Europea, vale a dire il contestato e contrastato D.E.F., che ha fissato lo sforamento degli impegni precedentemente presi con l’UE, scuotendo i mercati, le banche, le agenzie di rating, lo spread dei bund, e via di seguito, e il conseguente Disegno della Legge di Bilancio, sul quale i due vice premier, trainandosi dietro il Premier Conte, si sono intestarditi.
E’ un fatto che il Disegno della Legge di Bilancio nelle ultime 48 ore ha perso per strada pezzi di rilievo, e non solo grazie per le forti pressioni esterne che, ad ogni livello, sono state esercitate sul governo, ma certamente anche grazie a quelle che, sia pure sotto traccia, sono state esercitate all’interno da parte di quei Ministri Tecnici che, pure se ufficialmente lo difendevano, riservatamente non potevano non evidenziare tutti i rischi che comportavano quei provvedimenti per l’economia, le banche, i rapporti con l’Europa e la tenuta del paese.
Il fatto che nell’ultima stesura del Disegno di legge diversi provvedimenti siano stati tolti sta a significare che quelle pressioni hanno sortito l’effetto desiderato, anche se in maniera provvisoria. Infatti la triade governativa ha deciso di tornare in campo, per i provvedimenti stralciati, con successive leggi ad hoc.
Il che sta a significare che, messi di fronte alla evidenza dei numeri, i responsabili del governo giallo-verde non hanno potuto insistere ulteriormente e hanno dovuto, obtorto collo, tirare i remi in barca e rinviare il resto a tempi migliori.
Ma se da un lato era difficile prevedere un tale sviluppo della vicenda, e non è detto che non ce ne saranno di ulteriori visto che ora quel Disegno di legge, prima di arrivare in aula, aarà sottoposto all’esame ed all’approvazione delle Commissioni di Camera e Senato, all’interno delle quali vi sono politici-tecnici di tutti i partiti, dall’altro si attendeva che qualche Organo superiore dello Stato intervenisse in difesa della sostenibilità dei provvedimenti ipotizzati che, così come proposti, da più parti venivano ritenuti addirittura incostituzionali come più volte, sia pure in maniera velata com’è suo costume, lo stesso Presidente Mattarella aveva fatto intendere.
Infatti la nostra Costituzione, all’art. 81, prevede l’obbligo dell’ «equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico …al verificarsi di eventi eccezionali. Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte».
Si attendeva, quindi, che il Presidente Mattarella prendesse una posizione più decisa, che finora non c’era stata.
Ma all’ultimo momento il Presidente Mattarella, nel firmare il Disegno della legge, l’ha inviato al Parlamento seguendo la inconsueta procedura di accompagnarlo da una sua lettera il cui testo, divulgato dalla Segreteria della Presidenza della Repubblica, è il seguente:
“In data odierna ho autorizzato, ai sensi dell’articolo 87, quarto comma, della Costituzione, la presentazione alle Camere del disegno di legge di bilancio per il 2019, approvato dal Consiglio dei ministri il 15 ottobre 2018. Nel procedere a tale adempimento desidero rivolgermi al Governo, nel comune intento di tutelare gli interessi fondamentali dell’Italia, con l’obiettivo di una legge di bilancio che difenda il risparmio degli italiani, rafforzi la fiducia delle famiglie, delle imprese e degli operatori economici e ponga l’Italia al riparo dall’instabilità finanziaria. A questo scopo, sulla base di quanto disposto dalla Costituzione agli articoli 81, 97 e 117, delle valutazioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio, previsto dalla legge costituzionale n. 1 del 2012, delle osservazioni e della richiesta avanzate dalla Commissione europea, è mio dovere sollecitare il Governo a sviluppare – anche nel corso dell’esame parlamentare – il confronto e un dialogo costruttivo con le istituzioni europee”.
Il Presidente Mattarella, quindi, invita Governo e Parlamento a “difendere il risparmio degli italiani, rafforzare la fiducia delle famiglie, delle imprese e degli operatori economici e porre l’Italia al riparo dall’instabilità finanziaria.”
E incalza: “E’ mio dovere sollecitare il Governo a sviluppare – anche nel corso dell’esame parlamentare – il confronto e un dialogo costruttivo con le istituzioni europee.”
Passo, ripetiamo, inconsueto che da un lato sembra voler dare una lezione di rispetto della Carta costituzionale a chi governa; ma anche di richiamarli ad un maggiore rispetto e disciplina.
L’auspicio è che, finalmente, anche grazie a questo messaggio, il Governo prendendo finalmente atto delle forzature che ha messo in campo, faccia il passo indietro da tutti auspicato: nell’interesse del Paese.