scritto da Gildo De Stefano - 16 Settembre 2017 11:33

La cultura dimenticata

foto Angelo Tortorella

Fateci caso: nei numerosi e polverosi programmi politico-­istituzionali a livello nazionale o locale, la voce ‘cultura’ risulta stranamente assente. Nelle “agende” del fare cioè, delle aspettative e promesse che ci vengono propinate, leggiamo di impegni per il lavoro e l’occupazione, la legalità e la giustizia, le riforme e il rinnovamento, e quant’altro. Tutto giusto, ma manca quasi sempre (ovvero sempre) la voce cultura. AI punto tale da far pensare che molti la ritengono una cosiddetta “interferenza”, vale a dire un qualcosa di superfluo che non cambia nulla e che dunque non serve a nulla.

Di conseguenza un piccolo sollievo arriva nel pensare che periodicamente, malgrado ristrettezze di bilancio e cancellazioni varie, vengono celebrate le ‘giornate della cul­tura’, destinate a promuovere e far conoscere le risorse che an­cora abbiamo in termini artistico-culturali. Non sappiamo fino a quando in verità, perché può anche darsi – e il timore è fon­dato – che presto per fare cassa e salvaguardare i depositi al­l’estero dei soliti furbi, saremo costretti a vendere (svendere) anche i gioielli di famiglia. Allora è giocoforza accontentarsi.

II fatto è che a seguito di un progressivo abbassamento del livello culturale di fondo (delle istituzioni, dei politici, degli operatori stessi del settore) la cultura è ormai considerata un bene secondario, passeggero, da spolverare occasionalmente per fare semmai un po’ di cassa ma tutto sommato inutile e forse anche pericoloso. Senza valutare che il dato dramma­tico sta proprio in questo, nel non accorgersi che nessun processo di riscatto può cominciare, ovvero realizzarsi compiu­tamente senza passare attraverso la valorizzazione del dato culturale. Fallito ormai in casa nostra il Forum Uni­versale delle Culture poiché la giunta De Magistris è in pre-dissesto finanziario, nei musei di tutto il mondo -come il British Museum, tanto per fare un esempio- si inaugurano in pompa magna grandi mostre dedicate ai nostri tesori archeologici come Pompei ed Ercolano. E c’è da scommettere che queste iniziative raccoglieranno migliaia e migliaia di visitatori e porteranno molta acqua al mu­lino dell’economia di altri Paesi.

Si sostiene che le finanze da noi scarseggiano ma si continua a sorvolare sui tanti sprechi pubblici e privati ancora esistenti che potrebbero rappresen­tare viceversa una risorsa da destinare a ben altri scopi. Ma naturalmente è un problema di scelte politiche, ovvero di stra­tegie e di capacità culturali che al momento sembrano assenti. Salvo tirare in ballo le ristrettezze economiche di cui sopra.

Saggista e musicologo, è laureato in “Sociologia delle Comunicazioni di Massa”. Tra i suoi libri ricordiamo: Il Canto Nero (Gammalibri, Milano, 1982), Trecento anni di jazz (SugarCo, Milano, 1986), Jazz moderno (Kaos, Milano, 1990), Vesuwiev Jazz (E.S.I., Napoli, 1999), Il popolo del samba (RAI-ERI, Roma, 2005) prefazionato da Chico Buarque de Hollanda, Ragtime, Jazz & dintorni (SugarCo, Milano, 2007), prefazionato da Amiri Baraka (Leroi Jones), Saudade Bossa Nova (Logisma, Firenze, 2017) prefazionato da Gianni Minà, Una storia sociale del jazz (Mimesis Edizioni, Milano 2014), prefazionato da Zygmunt Bauman. Per i “Saggi Marsilio” ha pubblicato l’unica Storia del ragtime edita in Italia e in Europa, in due edizioni (Venezia, 1984 e 1989). Ha scritto tre monografie su: Frank Sinatra (Marsilio, Venezia, 1991) prefazionato da Guido Gerosa, The Voice – Vita e italianità di Frank Sinatra (Coniglio, Roma, 2011) prefazionato da Renzo Arbore, Frank Sinatra, L'italoamericano (LoGisma, Firenze 2021); ed altre su Vinicio Capossela (Lombardi, Milano, 1993), Francesco Guccini (Lombardi, Milano, 1993), Louis Armstrong (E.S.I., Napoli, 1997), un paio di questi con prefazioni di Renzo Arbore. Collabora con la RAI, per la cui struttura radiofonica ha condotto diverse trasmissioni musicali, e per La Storia siamo noi ha contribuito allo special su Louis Armstrong. Tiene periodicamente stage su Civiltà Musicale Afroamericana oltre a collaborare con la Fondazione Treccani per le voci afroamericane. Tra i vari riconoscimenti ha vinto un Premio Nazionale Ministeriale di Giornalismo e quello Internazionale “Campania Felix” per la sua attività di giornalista per la legalità, nonché risultando tra i finalisti del Premio letterario 'Calvino' per l’inedito. Per la narrativa ha pubblicato un romanzo breve per ragazzi dal titolo Easy Street Story, (L’isola dei ragazzi Editore, Napoli 2007), la raccolta di racconti È troppo tardi per scappare (Il Mondo di Suk Editore, Napoli 2013), due edizioni del romanzo epistolare Caro Giancarlo – Epistolario mensile per un amico ammazzato, (Innuendo Edizioni, Terracina 2014, e IOD Edizioni, Napoli 2022), che gli hanno valso il Premio ‘Giancarlo Siani’ 2014, ed il romanzo storico Ballata e morte di un gatto da strada – Vita e morte di Malcolm X (NUA Edizioni, Brescia 2021), prefazionato da Claudio Gorlier, con postfazione di Walter Mauro, e supervisionato da Roberto Giammanco, e Diario di un suonatore guercio (inFuga Edizioni, Anzio 2023). È il direttore artistico del Festival Italiano di Ragtime. Il suo sito è www.gildodestefano.it

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